In questo giorno di apertura della Mostra del Cinema di Venezia, occhi puntati su Catherine Deneuve e Juliette Binoche, protagoniste de La verité, il film di apertura del festival, diretto dal regista giapponese Kore-eda Hirokazu, già Palma d’Oro a Cannes nel 2018 con Un affare di famiglia (il film sarà in sala per Bim dal 3 ottobre).
Per il suo primo lavoro fuori dall’amato Giappone, Kore-eda si è trasferito a Parigi per raccontare la storia di Fabienne (Catherine Deneuve), una grande attrice molto amata dal pubblico ma anche molto egoista, che riceve la visita della figlia Lumir (Juliette Binoche) insieme al marito Hank (Ethan Hawke) e alla nipotina Charlotte. Ovviamente questa visita si trasforma in un’occasione per Lumir di regolare diversi conti in sospeso con la madre ma anche un’opportunità per Fabienne per fare una riflessione su di sé, la sua vita e il suo ruolo di attrice. Nel presentare il film in conferenza stampa, Kore-eda ha ricordato:
“Avevo iniziato a scrivere, anni fa, una commedia su un’attrice di teatro nel suo camerino. E’ stato l’incontro in Giappone, nel 2011, con Juliette Binoche e il desiderio di fare qualcosa insieme che mi ha portato a riprendere quell’idea e a svilupparla completamente anche se non sapevo dove avrei ambientato il film. Ho poi deciso di girarlo in Francia. Per come avevo immaginato la sceneggiatura, avevo bisogno di attrici che rappresentassero la storia del cinema francese. In questo senso l’incontro, oltreché con Juliette, anche con Catherine Deneuve è stato fondamentale. La sceneggiatura è frutto del lavoro quotidiano che abbiamo fatto insieme e dei loro suggerimenti costanti che hanno dato vita a questa che è la storia del rapporto tra una madre e una figlia; un family drama in cui le due protagoniste non arrivano a risolvere i loro dissidi ma finiscono con l’accettarsi a vicenda e vanno avanti. Non sono sole; ci sono diverse persone intorno a loro. Ci sono problemi – certo – ma anche magia e, in quest’atmosfera, la loro storia evolve”.
Jiuliette Binoche ha ricordato che “da anni sognava di lavorare insieme a Kore-eda e a Catherine Deneuve:
“Questo film per me rappresenta il coronamento dei sogni di una carriera e una consacrazione. Kore-eda mi ha accompagnato letteralmente nella recitazione; seguiva le mie battute muovendosi insieme a me. Quando sono entrata perfettamente nella parte, ha smesso di farlo”.
Catherine Deneuve è tornata poi sul lavoro della sceneggiatura:
“Ho incontrato il regista più volte a Parigi, Cannes, poi in Giappone e insieme abbiamo parlato del personaggio di Fabienne in cui ho messo molto di me stessa come attrice ma anche come donna e madre. Abbiamo avuto bisogno di tempo per conoscerci e per cercare di capirci, ma alla fine la comunicazione tra noi ha funzionato molto bene”.