Durante la loro prima giornata al Festival di Venezia, il direttore di Best Movie Giorgio Viaro, il fumettista Zerocalcare e il regista Omar Rashid hanno visitato l’isola del Lazzaretto Vecchio per visionare alcuni dei titoli presenti nella sezione Venice VR; ovvero la selezione di opere in Realtà Virtuale attualmente in gara al concorso Venice Virtual Reality.
Si tratta di una tecnologia relativamente recente e in grado di simulare una realtà più o meno interattiva; peculiarità che è stata sapientemente sfruttata in ambito videoludico, ma che sta entrando pian piano a far parte anche del mondo cinematografico, tant’è che la sezione competitiva di film in VR fa parte del programma della Biennale già dal 2017.
Prima di fare la loro breve analisi delle opere visionate all’isola del Lazzaretto, Giorgio Viaro e Zerocalcare hanno parlato insieme a Omar Rashid del suo ultimo lavoro, Segnale d’allarme – La mia battaglia VR, realizzato insieme ad Elio Germano, che ne è anche il protagonista. Si tratta di un adattamento in realtà virtuale dello spettacolo teatrale che l’attore ha scritto a quattro mani con Chiara Lagani, e che sarà presentato il 31 agosto all’interno delle Giornate degli Autori.
Tornando alle opere della sezione Venice VR invece, Zerocalcare cita il taiwanese O [5×1 Project] di Qiu Yang, che insieme a Rashid descrive come “inquietante ed onirico”; mentre Viaro parla di The Waiting Room VR della regista Victoria Mapplebeck, che – anche nella veste di protagonista – racconta attraverso la realtà virtuale la storia del suo cancro al seno: dalla diagnosi fino alla guarigione, con una particolare attenzione all’ultima sessione di radioterapia.
Nell’ambito dell’animazione VR, viene anche citato Ghost in the Shell: Ghost Chaser di Hiroaki Higashi, che – come anticipa il titolo – offre un’immersione totale nel celebre universo nato dalla mente di Masamune Shirow.
Viaro e Rashid parlano anche della fondamentale differenza tra le varie tipologie di VR, che si distinguono l’un l’altra in base al livello di interazione con l’ambiente circostante. Si passa – spiegano – dalla visione più “lineare” e da seduti, a quella chiamata “stand up”, in cui lo spettatore ha maggiore libertà di movimento, fino ad arrivare alle installazioni tridimensionali con diversi gradi d’interazione.
A tal proposito viene citata un’altra opera presente alla Mostra, The Key di Céline Tricart, descritta come “un’esperienza interattiva che mescola teatro immersivo e realtà virtuale”.
Per tutti i dettagli, le impressioni, e le considerazioni di Giorgio Viaro, Zerocalcare e Omar Rashid sulla realtà virtuale presente al Festival di Venezia, trovate qui il video della diretta:
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