Charles Dance, attore dalla lunga e ricca carriera tornato fortemente alla ribalta con il ruolo di Tywin Lannister ne Il trono di spade, è al 77simo Festival di Venezia per presentare The Book of Vision, film diretto dall’italo-svizzero Carlo S. Hintermann che apre la Settimana Internazionale della Critica.
Il film, fortemente ispirato al cinema del suo produttore esecutivo, Terrence Malick, muove le sue vicende tra il presente e il passato. Ai giorni nostri, Eva, una dottoressa e ricercatrice di Storia della Medicina, entra in possesso di un manoscritto, il Book of Vision del titolo, scritto da Johan Anmuth, medico del XVIII secolo. La lettura degli scritti di Anmuth sconvolgeranno la vita della giovane donna e la costringeranno ad affrontare i problemi irrisolti della sua vita. Nel film, Dance, come il resto del cast, interpreta due ruoli, il dottor Baruch Morgan nel presente e Johan Anmuth nel passato.
Signor Dance, è un piacere incontrarla a Venezia. Chi l’avrebbe mai detto che saremmo riusciti a essere qui, in questo anno così bizzarro!
Proprio così. Sono felice di essere a Venezia, adoro questa città, ma sono ancora più felice di essere qui in occasione del Festival. Nessuno credeva che avrebbe avuto luogo, ma, come si dice, se si vuole davvero qualcosa è possibile farla accadere, con la giusta dose di ottimismo.
The Book of Vision è un film molto particolare e affascinante. Com’è stato coinvolto in questo progetto?
Carlo ha inviato la sceneggiatura al mio agente, che a sua volta l’ha mandata a me. Mi è piaciuta molto, ho pensato che si trattasse di un progetto molto interessante, la sceneggiatura era molto particolare. In seguito, Carlo è venuto a Londra, ci siamo incontrati, siamo andati a pranzo, abbiamo parlato del film, di quello che aveva in mente per esso. Mi sono trovato bene a parlare con lui e ho deciso di prendere parte al progetto, anche perché adoro girare in Italia, credo che questo sia il quarto o quinto film che giro in Italia. Un regista che mi piace, una sceneggiatura che mi piace, le riprese in Italia… Come avrei potuto rifiutare? Visto anche che non avevo soltanto uno, ma ben due ruoli interessanti nel film.
A tal proposito, nel film lei interpreta due medici, uno nel presente e uno nel passato, entrambi intenti a combattere per quello che è più giusto. Come ha lavorato su due parti così interessanti?
In senso pratico, è stato un lavoro piuttosto semplice. Nelle sequenze nel XVIII secolo indossavo una parrucca e i costumi d’epoca, il personaggio aveva un suo aspetto peculiare. Mentre nel presente interpreto un personaggio che, fondamentalmente, ha la mia faccia di tutti i giorni (con l’aggiunta di un po’ di barba, che trovavo adatta). Inoltre, mi è stato molto d’aiuto il fatto di aver girato tutte le scene contemporanee in un unico blocco di riprese, così da poter cambiare aspetto e concentrarmi sul personaggio del passato in un secondo momento. La sceneggiatura mi è stata di enorme aiuto, essendo scritta così bene, tutto quello di cui avevo bisogno potevo trovarlo al suo interno. Non è stato un lavoro duro, credo sia stato un lavoro ben fatto.
Quindi l’esperienza sul set è stata piacevole?
Molto, nonostante il freddo invernale del Nord Italia.
Come si è trovato a lavorare con il resto del cast?
Il cast del film è fantastico. Sono stati tutti molto bravi, a partire dai due giovanissimi protagonisti, che si sono dimostrati molto intelligenti e consapevoli del lavoro che dovevano svolgere. Ho sviluppato un bellissimo rapporto con Sverrir Gudnason, un attore svedese dal grande talento. Mi dispiace che non possa essere qui, ma è impegnato a girare, buon per lui! Non sono molti gli attori in grado di lavorare in questo momento.
Sono un suo fan da quando ero giovanissimo. Sono cresciuto adorando i villain che ha interpretato in film come Il Bambino d’Oro e Last Action Hero. Ha avuto il privilegio di portare sugli schermi uno dei villain più iconici e amati dal pubblico degli ultimi anni, Tywin Lannister de Il Trono di Spade. Le manca interpretarlo nella serie?
Per un po’ mi è mancato. Ho girato la serie per quattro anni, ti abitui a lavorare con le stesse persone… Tutto era organizzato così bene, le sceneggiature erano così buone. Mi è dispiaciuto dover morire nella quarta stagione, ma si impara ad andare avanti. Naturalmente, ho continuato a vedere la serie per sapere cosa sarebbe successo ai personaggi e come tutto sarebbe andato a finire.
Come ha reagito quando ha letto la scena della sua morte?
(Ride) Mi è stata rivelata da un appassionato che mi ha fermato per strada. Mi fece un sacco di complimenti per la serie e mi disse che avrei avuto una morte fantastica, allora gli chiesi di raccontarmela. Dopodiché mi sono recato in una libreria, ho preso il libro di George R.R. Martin e l’ho scorso fino a raggiungere il passaggio in questione. Ho pensato che si trattasse di una morte molto interessante.
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