Fingernails, la prova scientifica dell’amore. La recensione dal Festival di San Sebastian
telegram

Fingernails, la prova scientifica dell’amore. La recensione dal Festival di San Sebastian

Nel concorso del Festival basco è stato presentato il film del greco Christos Nikou, con il Jeremy Allen White di The Bear. Una distopia malinconica e grottesca che richiama il cinema di Lanthimos

Fingernails, la prova scientifica dell’amore. La recensione dal Festival di San Sebastian

Nel concorso del Festival basco è stato presentato il film del greco Christos Nikou, con il Jeremy Allen White di The Bear. Una distopia malinconica e grottesca che richiama il cinema di Lanthimos

fingernails

Fingernails, le unghie. È dalle unghie che è possibile stabilire se due persone sono davvero innamorate. Vanno estratte senza anestesia, una a testa, e poi infilate in una specie di forno a microonde: nel giro di qualche secondo sarà possibile stabilire se c’è amore, e se l’amore è corrisposto. La procedura è popolarissima ma paradossalmente ha un tasso di successo molto basso: le statistiche dicono che oltre l’80% delle coppie in realtà non si ama.

Anna (Jessie Buckley), che il test con il compagno Ryan (Jeremy Allen White, il Carmy di The Bear) lo ha già fatto e superato tre anni prima, è ossessionata dalla procedura, tanto da decidere di lavorare in un istituto che non solo si occupa del test, ma anche di una serie di (pericolose) attività propedeutiche che dovrebbero favorire l’intesa della coppia prima del calcolo. Qui lavora come istruttore Amir (Riz Ahmed), che diventerà il mentore di Anna mettendo in discussione tutto quello che la donna ha sempre creduto sull’affinità tra due persone.

Christos Ninou, il cui esordio Apples era passato tre anni fa a Venezia in Orizzonti, fa parte della New Weird Wave greca guidata da Yorgos Lanthimos e si vede lontano un chilometro: la sua piccola distopia low-fi scoppia di black humour, e la premessa grottesca (oltre che il look dei personaggi) non può che ricordare The Lobster. La differenza è che Ninou stempera la crudeltà nel romanticismo: non si limita a un discorso astratto sull’uomo e la società, sembra sinceramente interessato ai personaggi, il che permette alla storia di marciare e appassionare al di là dei simbolismi.

Quello che invece è perfettamente in linea con i precedenti di Lanthimos è l’idea di partenza, quella di un’umanità che nella modernità ha perso la capacità di interpretare e farsi carico dei sentimenti e ora si aggira svuotata, in cerca di macchine, documenti, procedure, simulacri su cui proiettarli. Un ottimo film, girato bene e recitato meglio, che sarebbe calzato a puntino anche al listino della A24. Fingernails uscirà su Apple TV+ nei primi giorni di novembre.

Leggi anche: Past Lives e l’inesauribile nostalgia del primo amore. La nostra recensione da San Sebastian

© RIPRODUZIONE RISERVATA