A Cannes 76 è stato presentato, in Concorso, Firebrand, film in costume che racconta la vita a corte di Caterina Parr (a vestire i suoi panni c’è Alicia Vikander), regina consorte d’Inghilterra e Irlanda dal 1543 al 1547 nonché sesta e ultima moglie di Enrico VIII (incarnato da Jude Law). La donna, totalmente sottomessa ai voleri del dispotico marito, visse nella speranza di migliorare la propria condizione e fu la prima donna inglese a pubblicare un libro con il suo nome.
Jude Law ha rivelato in conferenza stampa di aver dovuto ricorrere ad un orribile miscuglio di olezzi per calarsi nel ruolo e lui stesso l’ha descritta come una miscela pungente, in compenso molto utile per entrare nei panni del personaggio al centro del thriller storico sugli ultimi giorni del re e Parr. «Ho letto diversi resoconti interessanti, secondo i quali si sentiva l’odore di Henry a tre stanze di distanza. La sua gamba stava marcendo tantissimo e nascose la cosa con olio di rose – ha detto Law alla conferenza stampa del Festival di Cannes – Ho pensato che avrebbe avuto un grande impatto se avessi avuto un odore terribile. I libri di storia sono pieni di fatti che impariamo a conoscere, ma rimangono spazi di libertà e immaginazione per pensare a chi fossero veramente questi uomini».
L’attore ha così fatto ricorso a uno specialista di profumi per creare una miscela di odori personalizzata e rivoltante al fine di catturare l’odore del re, che soffriva di caviglie gonfie e ulcere alle gambe nei suoi ultimi anni. «Fa profumi meravigliosi e fa anche profumi orribili. In qualche modo ha inventato questa straordinaria varietà di sangue, materia fecale e sudore». Il regista del film, il brasiliano Karim Aïnouz, che con il dramma sentimentale La vita invisibile di Eurídice Gusmão aveva ottenuto il premio come miglior film nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2019, ha scosso la testa ricordando quei momenti: «Quando Jude è entrato sul set, è stato semplicemente orribile».
Caterina riuscì tuttavia a sfuggire alla sorte toccata alle altre mogli di Enrico VIII (dalla quale non furono invece risparmiate Anna Bolena e Catherina Howard), finendo col sopravvivere al fondatore della chiesa anglicana, descritto dalle fonti storiche come un uomo dai tratti caratteriali e morali disgustosi e respingenti. «Era un mostro – dice Law – non c’è dubbio, ma tanti elementi vanno considerati all’interno dei suoi comportamenti: gli abusi ricevuti da bambino, quando fu separato dalla sua famiglia, educato per diventare re e convincersi di essere secondo solo a Dio. Cosa può scatenare tutto ciò nella testa di una persona?».
Firebrand è stato accolto a Cannes con una standing ovation di otto minuti, che è stata interrotta perché Alicia Vikander ha fatto cenno al pubblico di fermarsi per evitare di scoppiare in lacrime. Il film, adattamento del romanzo del 2023 di Elizabeth Fremantle Queen’s Gambit (La mossa della regina, italiano), è ambientato nell’Inghilterra dei Tudor e restituisce con vigore brutale il clima dei tumultuosi ultimi giorni sul trono del sovrano.
A chi gli chiedeva il suo pensiero sulla famiglia reale britannica attuale, Law ha risposto: «Lo vedo come un teatro, anche se sono leggermente più ossessionato dal teatro – ha detto Law – Ma io non sono tipo da pettegolezzi. Non mi diverto molto. Non ci trovo alcun interesse e non mi diverto molto a seguire piccole storie e chiacchiere». Riguardo l’incoronazione recente di Carlo III, ha aggiunto: «C’era qualcosa di straordinario nel guardare le foto di questa cerimonia medievale, e il modo in cui si rapportava a oggi mi ha fatto sentire molto moderno». Sulla monarchia svedese del suo paese, la co-protagonista Alicia Vikander si è detta totalmente d’accordo con le parole del collega. Sul loro rapporto sul set invece Law ha raccontato: «Sembra davvero contorto perché ovviamente ci siamo fatti cose orribili l’un l’altro. Ma ciò che mi ricordo è che ridevamo molto».
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