Folle, Indimenticable, Inclassificabile: L'armata delle tenebre e quel finale alternativo
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Folle, Indimenticable, Inclassificabile: L’armata delle tenebre e quel finale alternativo

In occasione dell'uscita, per la prima volta in Blu-ray in Italia, del cult di Sam Raimi, una breve storia di come un genio dell'horror ha creato la splatter comedy che ha cambiato il cinema (e di come avrebbe potuto finire)

Folle, Indimenticable, Inclassificabile: L’armata delle tenebre e quel finale alternativo

In occasione dell'uscita, per la prima volta in Blu-ray in Italia, del cult di Sam Raimi, una breve storia di come un genio dell'horror ha creato la splatter comedy che ha cambiato il cinema (e di come avrebbe potuto finire)

Da febbraio 2016, Roberto Recchioni (fumettista e romanziere, oltre che curatore di Dylan Dog per la Sergio Bonelli Editore) firma su Best Movie A scena aperta, rubrica in cui svela i segreti delle scene più belle dei film disponibili in home video.

1978: Sam Raimi ha già realizzato un lungometraggio ignorato praticamente da tutti (It’s Murder! del 1977) ma non si è perso d’animo. Ha in mente un’idea per fare qualcosa di grosso ma non i fondi per farla, e decide quindi di girare (assieme a quello che poi diventerà il suo socio storico, Robert Tappert) un breve cortometraggio intitolato Within the Woods, che vede come protagonista quello che invece diventerà il suo attore feticcio: Bruce Campbell.

Within the Woods racconta di una baracca sperduta in un bosco, di un libro maledetto e di possessioni demoniache e non ci vuole molto a capire che è il prodromo di quell’insospettabile successo che sarà Evil Dead (La casa, in Italia). Nel corto già si possono rintracciare tutti gli stilemi visivi del primo Raimi, a cominciare dalle riprese fantasiose e dall’utilizzo spregiudicato della macchina da presa.

Passano tre anni e quella che era solamente una “bozza di lavorazione” diventa un film vero e proprio, che incontra per giunta un insospettabile successo mondiale. La casa spopola nelle sale e, a fronte di un budget ridicolmente basso, incassa un’enormità, mettendo Raimi sulla mappa dei giovani registi da tenere d’occhio. Come mai? Perché è un horror come mai se ne erano visti prima: essenziale, folle, spericolato. E fa paura. Il suo terzo lungometraggio, I due criminali più pazzi del mondo, segna però un passaggio a vuoto. Nonostante il film sia delizioso, il black humour che lo pervade e un cast di livello (ma privo di star) non gli garantiscono il successo sperato. Torna quindi alla sua unica creazione di successo e con La casa 2 ne realizza quello che è, al tempo stesso, un sequel e un remake, iniettando nella formula originale delle robustissime dosi di una comicità delirante che va dalla slapstick comedy al cartoon, il tutto affogato in fiumi di sangue, demoni, seghe a motore e mani mozzate.

Poi tocca a Darkman, un film supereroistico arrivato troppo presto (ma sarà utile a Raimi per garantirsi la regia della trilogia di Spider-Man) che raccoglie meno di quanto meriterebbe in termini di incassi. Di nuovo, allora, Raimi torna ad Ash Williams, il commesso del reparto ferramenta specializzato nel fare a pezzi le forze demoniache. Ma questa volta l’impresa è titanica perché il secondo Evil Dead ha lasciato il personaggio interpretato da Bruce Campbell nel Medioevo, a vedersela con un’armata di morti e risorti. Raimi costruisce una specie di assurdo film fantasy con tonnellate di omaggi tanto al cinema fantastico cinese (di cui è sempre stato un grande fan, sin dagli esordi della sua carriera) quanto a quei classici hollywoodiani resi immortali dal talento di Ray Harryhausen come Il 7° viaggio di Sinbad e Gli argonauti. L’armata delle tenebre è un film spassoso e impossibile, magnifico e ridicolo, pieno di scene memorabili… di cui non parleremo. Perché la scena che questo mese abbiamo deciso di prendere in esame nel film non c’è, essendo stata scartata e sostituita con un’altra (ma gli extra di Dvd e Blu-ray servono a questo, no?). Il film resta identico fino a quando non vediamo il sapiente barbuto che dona ad Ash un elisir e gli raccomanda di berne solo sei gocce (1).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi l’eroico Ash, come un novello Shane, si allontana al galoppo, lasciando alle sue spalle una bella dama innamorata (2).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Stacco, lo vediamo impegnato con alcuni cavalieri a portare la sua auto (una Oldsmobile Delta 88 del 1973 di proprietà di Sam Raimi che appare in quasi tutti i suoi film) in una caverna per poi farne saltare l’entrata con la dinamite (3).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A quel punto, Ash prende l’elisir ma si distrae nel conteggio delle gocce e ne beve una in più (4).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi crolla in un sonno magico che dura secoli, come il montaggio ci fa capire chiaramente (5).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando si risveglia, con il barbone e i capelli lunghissimi, esce faticosamente dalla caverna in cui si era volontariamente rinchiuso per proteggersi e ha un’amara sorpresa. Ha riposato troppo e il mondo davanti a lui non è solo futuristico, ma anche devastato da una qualche apocalisse (6).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«HO DORMITO TROPPO A LUNGO!!!» grida Ash, mentre il film si conclude. Un finale degno del Pianeta delle scimmie o di un bell’episodio di Ai confini della realtà, scartato perché avrebbe reso troppo dispendiosi i potenziali sequel. Un grande peccato, ma possiamo consolarci con il fatto che, se non fosse stato sostituito, oggi non avremmo la deliziosa serie televisiva Ash Vs. The Evil Dead. Non tutto il male viene per nuocere, insomma.

L’armata delle tenebre è disponibile in Blu-ray dall’8 marzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto: © Dino De Laurentiis CompanyRenaissance PicturesUniversal Pictures

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