Forse non ve ne siete accorti, ma questo film Disney ha spoilerato il suo finale già nei primi minuti
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Forse non ve ne siete accorti, ma questo film Disney ha spoilerato il suo finale già nei primi minuti

Si tratta di un espediente narrativo che dimostra quanto la Casa di Topolino sappia giocare con le aspettative del pubblico

Forse non ve ne siete accorti, ma questo film Disney ha spoilerato il suo finale già nei primi minuti

Si tratta di un espediente narrativo che dimostra quanto la Casa di Topolino sappia giocare con le aspettative del pubblico

Collage tre film Disney

Disney è maestra nel raccontare storie avvincenti, costruite con un’attenta progressione narrativa che accompagna lo spettatore dall’inizio alla fine. Tuttavia, in alcuni casi, i film della Casa di Topolino utilizzano l’espediente narrativo denominato “forshadowing” in maniera piuttosto evidente, lasciando intuire sin dai primi minuti come si concluderà l’intera vicenda. Questo può avvenire attraverso una battuta di dialogo, un dettaglio visivo ricorrente o persino un’apparente gag comica. Sebbene possa sembrare un rischio, questa scelta non rovina necessariamente l’esperienza del pubblico: al contrario, a volte rende il finale ancora più impattante, poiché gli spettatori si rendono conto solo alla fine che gli indizi erano sotto i loro occhi per tutto il tempo.

Un esempio perfetto di questo meccanismo si trova in Rapunzel – L’intreccio della torre. Fin dalla scena iniziale, il film suggerisce infatti un evento chiave del finale attraverso le parole del protagonista. Eugene Fitzherbert, meglio noto come Flynn Rider, introduce la sua storia con una frase tanto ironica quanto drammatica: «Questa è la storia di come sono morto». Un’apertura inaspettata e spiazzante per un film d’animazione, che incuriosisce immediatamente il pubblico. Certo, potrebbe sembrare solo un modo accattivante per iniziare la narrazione, ma queste parole si riveleranno successivamente un chiaro riferimento al momento clou del film: nel climax, infatti, Eugene viene accoltellato da Madre Gothel e sembra morire tra le braccia di Rapunzel. Solo grazie alla magia dei suoi capelli, ormai svanita, e alle sue lacrime cariche di potere curativo, il protagonista torna in vita, completando così il cerchio narrativo aperto proprio da quella frase iniziale.

Questo espediente narrativo dimostra quanto la Disney sappia giocare con le aspettative del pubblico. Come dicevamo, se inizialmente la battuta di Eugene sembra solo un’introduzione ad effetto, con il progredire della storia diventa chiaro che non si trattava assolutamente di una semplice provocazione. Un tipo di “foreshadowing” che, seppur sottile, aggiunge profondità alla narrazione e rende il finale ancora più emozionante.

Disney ha utilizzato tecniche simili anche in altri film. In Il Re Leone, ad esempio, il cielo stellato e le parole di Mufasa anticipano il momento in cui Simba vedrà lo spirito del padre tra le stelle. In Frozen, il numero musicale La mia occasione nasconde in realtà un chiaro segnale del tradimento di Hans, suggerendo che l’amore dichiarato in quella scena non è sincero. Questi dettagli dimostrano come gli sceneggiatori della Disney sappiano disseminare piccoli indizi lungo il percorso, regalando un’esperienza di visione più ricca e stratificata.

Insomma, forse la prossima volta che guarderete un film Disney, vorrete prestare più attenzione ai primi minuti: potrebbero già contenere la chiave per capire come andrà a finire la storia.

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Fonte: CBR

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