La Disney come il MCU, un enorme universo condiviso? La pensa così Chris Buck, il co-regista di Frozen, che ha dichiarato a MTV News la sua convinzione che due classici apparentemente slegati fra loro – il suo film e Tarzan – siano in realtà connessi.
Il crossover sarebbe reso possibile dal fatto che le due sorelle, Elsa e Anna, sarebbero imparentate con l’uomo della giungla. Ecco come, secondo Buck: «Quando lavori a una pellicola, hai un sacco di tempo per riflettere sulle cose perché ti ci vogliono quattro anni per realizzarla. Penso che io e Jen [Lee] stessimo andando a un meeting quando le ho parlato della storia. Ho detto: “I genitori di Elsa e Anna non sono morti. C’è stato un naufragio, ma hanno trascorso in mare un periodo più lungo di quanto pensiamo, perché la madre era incinta e ha partorito un bambino a bordo. Poi sono naufragati, sono finiti in mezzo alle acque della Scandinavia, e poi nella giungla. Hanno costruito una casa sugli alberi, poi un leopardo li ha uccisi e il loro piccolo è stato cresciuto dai gorilla. Quindi nella mia testa il fratello di Elsa e Anna è Tarzan”».
Mettiamoci pure dentro il fatto che Rapunzel (!) fa un cameo il giorno dell’incoronazione di Elsa, e l’idea di un mondo intero in cui sono ambientate tutte le favole Disney prende seriamente forma…
Ma intorno a Frozen gravitano anche teorie più inquietanti – e per fortuna, non ufficiali. Secondo l’Huffington Post, c’è un segreto oscuro contenuto nel cartone, ovvero che l’outfit di Kristoff (il protagonista maschile) sia intessuto di pelle di renna, per la precisione della pelle della madre del suo carissimo amico e mascotte Sven. In effetti, l’abbigliamento sembra in gran parte fatto di pelliccia: i tagliatori di ghiaccio che erano la famiglia di Kristoff avrebbero ucciso la renna lasciando il piccolo Sven al bambino umano, e dandogli quella pelle da indossare. Ecco perché Sven è così legato a Kristoff (!).
Ok, diciamo che dopo aver letto quest’ipotesi, quella di Buck sembra una possibilità molto più credibile – e allettante! Internet, che posto…
Fonte: Collider, Huffington Post
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