Nell’universo di Game of Thrones, e più in generale nel mondo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco creato da George R.R. Martin, i draghi ricoprono un ruolo fondamentale. Legate alla famiglia Targaryen, per molto tempo le creature alate hanno rappresentato il potere a Westeros, e con l’arrivo di Daenerys diventano (almeno all’inizio della storia…) una promessa di pace e libertà.
Insomma, impossibile pensare a Game of Thrones senza associarlo ai draghi. Eppure, in origine era proprio così. Durante una conversazione con Kevin Smith avvenuta due anni fa, Martin ha infatti rivelato che nei suoi piani iniziali per la saga fantasy queste creature fantastiche non erano presenti fisicamente, ma soltanto come simbolo dei Targaryen. E non è tutto: proprio come i draghi, i discendenti di questa nobile famiglia avrebbero avuto dei poteri magici legati al fuoco.
«Nella primissima fase di scrittura di Game of Thrones c’erano soltanto i simboli delle casate: il leone, il metalupo… E ho deciso che una casata, i Targaryen, avrebbe avuto il drago – ha spiegato l’autore -. Nella mia idea iniziale, i Targaryen avevano una sorta di potere psionico: potevano far comparire dei raggi di fuoco con la mente. Per questo motivo erano rappresentati dai draghi, anche se questi ultimi non esistevano realmente».
Una rivelazione che di certo avrebbe reso la saga ben diversa da quella che conosciamo oggi. Non solo ci avrebbe privato di tutte le scene mozzafiato con Drogon, Rhaegal e Viserion (o di tutta la serie di House of the Dragon…), ma avrebbe anche cambiato drasticamente le regole della magia a Westeros. Nel mondo creato da Martin, infatti, la magia esiste, ma è spesso collegata a religioni, rituali e profezie, cosa che le conferisce un ruolo piuttosto ambiguo. Dare ai Targaryen un vero e proprio superpotere legato al fuoco avrebbe comportato un taglio completamente diverso per il sistema magico di Game of Thrones, che dubitiamo avrebbe avuto lo stesso impatto sui lettori e spettatori.
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Fonte: FandomWire
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