Gary Oldman si racconta a Giffoni 2022: «Lavorate sull'autostima per sconfiggere tutte le vostre paure»
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Gary Oldman si racconta a Giffoni 2022: «Lavorate sull’autostima per sconfiggere tutte le vostre paure»

L’ospite più atteso della 52a edizione del Festival si racconta senza filtri, parlando di paure e insicurezze, di sogni e aspirazioni. Annunciati nel frattempo anche tutti i vincitori

Gary Oldman si racconta a Giffoni 2022: «Lavorate sull’autostima per sconfiggere tutte le vostre paure»

L’ospite più atteso della 52a edizione del Festival si racconta senza filtri, parlando di paure e insicurezze, di sogni e aspirazioni. Annunciati nel frattempo anche tutti i vincitori

Gary Oldman Giffoni

Gary Oldman è stato al Festival di Giffoni: l’ospite più atteso della 52a edizione dell’evento è uno dei più grandi interpreti della sua generazione. Da oltre 25 anni sul grande schermo, Oldman è noto a milioni di persone come Winston Churchill, Sirius Black (padrino di Harry Potter), il commissario Jim Gordon, Dracula, Beethoven, Lee Harvey Oswald, George Smiley, Sid Vicious, Herman Mankiewicz, nonché come il terrorista che dirotta l’Air Force One su cui viaggia Harrison Ford.

Nominato tre volte ai Premi Oscar (vincendone uno), quattro volte ai Bafta (vincendone tre), due volte ai SAG Awards (vincendone due), ai Golden Globe (vincendone uno), agli Emmy Awards e a numerosissimi altri premi per le sue doti di attore, sceneggiatore e regista apprezzatissimo. Consapevole del suo ruolo, Oldman vede nei ragazzi davanti a lui “linfa nuova per l’industria cinematografica, la nuova generazione quando andremo in pensione”.

Lunga e intensa la conversazione in sala: dalle forze propulsive che lo hanno convinto a intraprendere la carriera di attore al grande lavoro sulle paure. «L’incontro con Malcolm McDowell mi ha cambiato la vita. Ho visto la performance e mi sono detto: voglio fare questo! Quando ero piccolo avevo poca fiducia in me stesso, ero molto compiacente, mi preoccupavo di cosa pensasse la gente di me. Trovare la recitazione è stato lo scudo: queste attività mi hanno aiutato a costruire la mia personalità”. Oldman aggiunge: «Trovare l’arte è stato l’inizio per sentirmi più sicuro di me, l’autostima è stata una grande combattente contro le mie paure»

La separazione dei suoi genitori, all’età di 7 anni, è stata – racconta Oldman – tra le esperienze più dolorose e al tempo stesso tra le più formative per la sua carriera, rielaborando l’esperienza dell’abbandono del padre nel suo lavoro. «Quando lavoravo in Dracula, in una scena Francis Ford Coppola mi voleva in singhiozzi, e in quel contesto ho usato la perdita di mio padre come impulso per generare l’impronta emozionale necessaria. Anche le cose che non viviamo al meglio poi ci possono aiutare a crescere»

Gary Oldman, che è nel cast del nuovo film di Christopher Nolan Oppenheimer e sogna di lavorare con Paolo Sorrentino, come ha raccontato a Giffoni, dopo l’incontro ha incontrato 800 ragazzi tra i 13 ed i 18 anni provenienti da 33 paesi e ha ricevuto il più alto riconoscimento del Festival di Giffoni, il Premio Truffaut.

Foto: Gaetano Del Mauro

Annunciati, nel frattempo, anche i vincitori del festival. Dopo la carrellata di lungometraggi in concorso, i giovani giurati di Giffoni hanno scelto di premiare le opere che li hanno maggiormente emozionati. I ragazzi hanno privilegiato le storie intense come il racconto di una suora coraggiosa e di vite al limite, le paure, le tensioni di ragazzi cresciuti in fretta, i progetti di cambiamento, le grandi sfide da superare, i pregiudizi che rendono “invisibili” ma solo all’apparenza. Vince il premio Gryphon Award come migliore lungometraggio “Vinski And The Invisibility Powder” (Finlandia) per la categoria Elements +6. È il film diretto da Juha Wuolijoki, che racconta l’incontro di un bambino di 10 anni con un misterioso farmacista. L’uomo gli dona una bottiglia di polvere magica, capace di renderlo invisibile, di attraversare i muri, di aiutare la propria comunità. Per gli Elements +10 vince “Full of grace” (Spagna). Siamo catapultati nell’estate del 1994 (Spagna – distribuzione internazionale Film Factory Entertainment), attraverso l’opera di Roberto Bueso. Marina, una suora piuttosto insolita, arriva in un orfanotrofio che rischia di chiudere. L’inizio non è idilliaco, ma lentamente creerà – attraverso il calcio – un forte legame con i ragazzi che troveranno insieme il modo di salvare la loro casa. Il film è tratto dalla storia vera del calciatore spagnolo Valdo. Ad aggiudicarsi il Gryphon Award tra i lungometraggi in concorso nella sezione Generator +13 è “La Traviata, my brothers and I” (Francia) del regista francese Yohan Manca. Una storia toccante: il piccolo Nour sviluppa una passione per la musica classica, così da poter sentire più vicina la mamma, da anni in coma. La convivenza forzata con i fratelli maggiori, porterà il bambino a non arrendersi e a portare avanti il suo talento come cantante lirico. I giurati della sezione Generator +16 hanno deciso di assegnare il prestigioso riconoscimento del Gryphon Award, al lungometraggio “My brothers dream awake” (Cile) della regista cilena Claudia Huaiquimilla. Un film dedicato a tutte le vittime dell’incendio che avvenne nel 2007 in un carcere minorile in Cile. Una tragedia nata da una rivolta per gli abusi subito dai prigionieri, nella quale persero la vita 10 ragazzi dai 14 ai 17 anni. Ed infine i giurati della sezione Generator +18 hanno deciso di premiare il film “Stay Awake” (USA) del regista Jamie Sisley. La storia autobiografica del regista ha raccontato al pubblico con quanta determinazione, due fratelli adolescenti abbiano lottato per anni, affinché la loro amata mamma potesse uscire dal vortice della tossicodipendenza da farmaci. Per la categoria GexDoc vince “Lyra” (Irlanda), regia di Alison Millar. Lyra, documentario lungometraggio proiettato in Sala Galileo per la sezione GexDoc, è il ritratto intimo della vita, della fulgida carriera e della morte drammatica della celebre giornalista nordirlandese Lyra McKee. Sostenitrice del movimento LBGTQ+, la cronista è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dai repubblicani dissidenti irlandesi, nell’aprile del 2019. Aveva 29 anni.

Anche quest’anno sono stati assegnati premi speciali. Il premio CIAL – Premio Ambiente – Aluminium Gryphon va a “How I learned to fly” (Serbia / Croatia / Bulgaria / Slovacchia). Proiettato per la categoria Elements +10, per la regia di Radivoje Andrić, racconta di famiglia e sentimenti ritrovati, con la natura che fa da sfondo ad una storia commovente e attuale. Il premio ambiente viene riconosciuto a questo film perché esalta l’evidente rapporto d’amore, di libertà e spensieratezza che la protagonista Sofija vive con il mare dell’isola croata che l’accoglie, protettiva e generosa, aiutandola e sorreggendola negli anni forse più complicati della vita di una giovane donna. Il premio Lete Special Award – Sport And Social Culture va a “Bigman” (Olanda), regia di Camiel Schouwenaar, categoria Elements +10. Bigman è un’opera emozionante che mostra come la forza di un sogno e la passione per lo sport riescano a permettere ad un ragazzo, Dylan, di ricostruire la propria vita dopo un tragico incidente e di fare di lui un grande guerriero che ci ricorda campioni come Bebe Vio e Alex Zanardi. Il film è anche, in parte, un racconto autobiografico dello sceneggiatore Job Tichelman. Ad aggiudicarsi il Premio Speciale Acea Sustainability Award è il film “Super furball saves the future” (Finlandia) diretto da Joona Tena della categoria Elements +6. Un film tratto dai libri di Paula Noronen, con protagonista la giovane Emilia impegnata in una missione che può cambiare il destino dell’umanità: salvare le api per preservare la diversità nel mondo. Il riconoscimento Speciale Premio Cgs (Cinecircoli Giovanili Socioculturali) – Percorsi Creativi 2022 è stato assegnato al film “Sonata” (Polonia) in concorso nella sezione Generator +13, diretto dal polacco Bartosz Blascke. Basato su una storia realmente accaduta, il protagonista è un ragazzo con gravi problemi di udito ma con un solo grande sogno nel cassetto: suonare la ‘Serenata al chiaro di luna’ di Beethoven. Una bellissima storia nella quale non c’è spazio per gli ostacoli e i pregiudizi.

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