Gen V: scuola di superpoteri senza supereroi. La recensione del violento e perverso spin-off di The Boys
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Gen V: scuola di superpoteri senza supereroi. La recensione del violento e perverso spin-off di The Boys

Disponibili su Prime Video i primi episodi del secondo spin-off dell'universo creato da Eric Kripke e basato sul fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson

Gen V: scuola di superpoteri senza supereroi. La recensione del violento e perverso spin-off di The Boys

Disponibili su Prime Video i primi episodi del secondo spin-off dell'universo creato da Eric Kripke e basato sul fumetto di Garth Ennis e Darick Robertson

gen v recensione
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Può una serie dichiaratamente teen riuscire a mantenere gli stessi livelli di violenza e oscenità della sorella maggiore, l’acclamata The Boys? Il dubbio prima dell’uscita di Gen V  spin-off ambientato nell’universo creato da Eric Kripke e il cui titolo gioca brillantemente tra la locuzione che descrive la generazione dei Post-Millenials (o Gen Z) e il composto V che dà i poteri ai Supes della serie – effettivamente c’era, ma è stato brillantemente superato.

Questa volta le avventure non sono ambientate ai piani alti della Vought Tower, tra riunioni di marketing e percentuali di gradimento di eroi come Homelander o A-Train, ma fa un passo indietro nell’aspetto professionale dell’essere un supereroe e si concentra sulla loro formazione. La Godolkin University è uno dei tanti college che fanno capo alla ultra-multinazionale, la Stanford dei supereroi, popolata da aspiranti Supes che sognano di entrare nei Sette e nel frattempo si dimostrano già avvelenati dai loro stessi narcisistici difetti. Al centro della scena c’è Marie Moreau (Jaz Sinclair, uno dei tanti volti che arrivano da Le terrificanti avventure di Sabrina), giovane ragazza in grado di controllare il sangue e a suo modo vittima dei suoi stessi poteri.

Il suo arrivo al college non passa inosservato: dopo aver fatto amicizia con l’élite universitaria formata da Golden Boy (già promesso ai Sette) e altri, assiste suo malgrado all’omicidio di uno dei docenti e al casino che ne consegue, ritrovandosi catapultata in una situazione molto diversa da quella che avrebbe voluto. Muovendosi tra la teen comedy e il thriller, le disavventure dei giovani studenti della Godolkin si inseriscono bene nel filone principale di The Boys e ne rilanciano la tesi di base, ovvero che se davvero esistessero superpoteri e supereroi, tutti li userebbero per dare sfogo alla propria narcisistica fame di fama e di potere, oltre che per le peggiori perversioni sessuali immaginabili.

Anche questo spin-off, il secondo dopo la serie animata antologica The Boys Presents: Diabolical, non lesina infatti sul sangue, più che mai protagonista, così come su scene oltre il limite non solo dell’assurdo ma di quello che si pensava potesse essere pudicamente accettabile in televisione. La serie madre si è sfogata con l’episodio Herogasm e altre sequenze estreme, ma anche qui non mancano momenti di altissima perversione che oltre a ad un intento comico palese servono anche a rendere conto con glaciale cinismo di come andrebbero le cose se riuscissimo veramente a diventare oltreuomini, individui che – seguendo la filosofia di Nietzsche – hanno scoperto la morte di Dio e si sono liberati dalle catene e dal falsi valori etici e sociali dettati dallo spirito apollineo (ovvero quello razionale) per abbracciare invece appieno quello dionisiaco.

Questa lettura sembra suggerita anche dal nome del college: Godolkin University, abbreviabile in God U, che rilancia quell’idea che nel mondo di The Boys non ci sia nessun vero eroismo o alta moralità, non ci sono Avengers o Justice League ma uomini e donne preda delle loro pulsioni e desideri estremi condonati da una società che mediaticamente e commercialmente sembra andare dietro a questi deliri di onnipotenza. Vale anche per questi giovani universitari, che già negli ambienti di formazione vengono catalogati in un ranking che stimola vibe alla Hunger Games, oltre che ricordare chiaramente prodotti dal taglio più teen come Sky High – Scuola di supereroi.

Gen V soffre di qualche inciampo narrativo e di soluzioni non proprio di primo pelo, ma è comunque un’ottima aggiunta all’universo di The Boys, dà spessore e profondità alla sua impostazione senza sacrificare gli aspetti fondanti che rendono la serie madre un toccasana per la superhero fatigue che interessa Marvel e DC Studios. Un cinecomic (è basata sull’omonimo fumetto creato da Garth Ennis e Darick Robertson) denso di azione, violenza e onestà rispetto alla vita coi superpoteri.

Foto: Prime Video

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