George Miller parla del sequel di Mad Max e delle sue conversazioni segrete con Stanley Kubrick
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George Miller parla del sequel di Mad Max e delle sue conversazioni segrete con Stanley Kubrick

Il regista rivela anche il consiglio che gli diede Jack Nicholson...

George Miller parla del sequel di Mad Max e delle sue conversazioni segrete con Stanley Kubrick

Il regista rivela anche il consiglio che gli diede Jack Nicholson...

Ieri abbiamo scoperto che George Miller sarà il Presidente delle Giuria della 69esima edizione del Festival di Cannes, ora, invece, il regista si apre ai microfoni di The Hollywood Reporter e rivela qualche aneddoto della sua vita.

In particolare, il regista ha raccontato le numerose conversazioni che ha avuto con Stanley Kubrick nel 1995, mentre stava lavorando a Babe – Maialino coraggioso. Ai tempi, Miller gli chiese una mano per sviluppare il film in digitale e successivamente divennero “amici telefonici”, si sentivano regolarmente e «parlavamo di qualsiasi cosa», ha rivelato a The Hollywood Masters.

«Ogni sera, ci sedevamo e parlavamo per molto tempo. Parlavamo di tutto il processo e so per certo che fosse molto incuriosito da cosa sarebbe arrivato dopo. Mi raccontò di quando ingaggiò delle persone perché leggessero le sue cose, ma questi lettori non seppero mai che stavano lavorando per Stanley Kubrick […] E stiamo parlando di una trentina di persone!».

Nonostante abbiano parlato a lungo, i due non si sono mai incontrati: «Sua figlia, che era incinta all’epoca, diede alla luce il bimbo uno o due giorni prima del nostro incontro. Così tornò a Londra».

Quando gli viene chiesto dei suoi piani per il sequel di Mad Max: Fury Road, Miller risponde: «È stato rimandato così tante volte che nel frattempo io e Nick Lathouris abbiamo scritto due altre storie. Una è già conclusa, gli manca solo il titolo. E l’altra, ne conosciamo a grandi linee la storia, ne abbiamo scritto un racconto». Ma prima del sequel, vorrebbe lavorare a «qualcosa di piccolo e veloce».

Ha discusso anche dei consigli che gli diede Jack Nicholson nel 1987, quando stava lavorando a Le streghe di Eastwick, un’esperienza non particolarmente positiva per Miller, che cerco più volte di abbandonare il progetto: «Alcuni dei produttori erano troppo caotici. Sembrava una pazzia. Non c’era uno scopo. Il primo errore che feci fu quello di sedermi a una riunione dove mi chiesero ‘Ok, dove possiamo tagliare il budget?’ e io gli risposi ‘Non ho ho bisogno di un trailer’. Cercavo sempre di essere educato. E loro hanno frainteso la mia educazione come debolezza. È stato proprio questo che ha cercato di dirmi Jack [Nicholson], ‘Stai attento. Stanno scambiando la tua educazione per debolezza!’».

Ma l’attore non si fermò a quel piccolo consiglio, «Mi disse ‘Devi fargli credere di essere un po’ pazzo!‘».

Cosa ne pensate delle parole del regista?

Nel frattempo attendiamo il 28 febbraio, notte degli Oscar, per scoprire quante statuette si porterà a casa il suo Fury Road, candidato in ben 10 categorie.

Fonte: THR

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