George R.R. Martin è tornato a dispensare pareri su un argomento che conosce molto da vicino: gli adattamenti sul grande e piccolo schermo. In un nuovo post sul suo blog, l’autore de Il Trono di Spade ha detto la sua sul tema, aggiungendo però di essere rimasto impressionato da una recente serie tv.
Per cominciare, ha ricordato quando nel 2022 insieme a Neil Gaiman ha parlato di come gli adattamenti non riuscissero quasi mai a rendere onore al materiale originale. Da allora, poco è cambiato, secondo l’autore: «Le cose sono anche peggiorate – ha scritto Martin -. Ovunque si guardi, ci sono sempre più sceneggiatori e produttori desiderosi di prendere grandi storie e ‘farle proprie’. Non sembra avere importanza se il materiale di partenza è stato scritto da qualcuno».
Tra gli esempi che ha citato, ci sono Stan Lee, Charles Dickens, Ian Fleming, Roald Dahl e J.R.R. Tolkien. Chiunque abbia lavorato a questi adattamenti, secondo Martin, sostiene che «il libro sia il libro e il film sia il film», giustificando così modifiche e cambi di direzione decisi rispetto al materiale originale. «Tuttavia, non sono mai migliori. 999 volte su 1000 peggiorano le cose» ha chiosato.
Nel suo post sul blog è però intervenuto non solo per fare il “brontolone”, ma per tessere le lodi di una recente serie che invece a suo giudizio si merita applausi. Non si tratta di House of the Dragon, in arrivo a breve con la seconda stagione, ma una serie per certi blandi versi simile nei toni e nei temi: Shogun. «Devo confessare che ero dubbioso quando ho sentito che stavano facendo un’altra versione del romanzo di Clavell – ha detto -. È passato molto tempo, ma ho letto il libro quando è uscito per la prima volta alla fine degli anni ’70 e sono rimasto molto colpito […] E la miniserie del 1980 con Richard Chamberlain nel ruolo di Anjin è stata una pietra miliare della televisione a lungo termine; perché rifarla, se quella versione era così buona?».
George R.R. Martin si dice però contento che lo abbiano fatto: «La nuova Shogun è superba. Migliore di quella con Chamberlain? Non lo so, l’ultima volta che l’ho vista è stato nel 1980 – ha puntualizzato -. L’aspetto affascinante è che, sebbene la vecchia e la nuova versione presentino alcune differenze significative, la più grande è rappresentata dai sottotitoli che rendono i dialoghi giapponesi comprensibili agli spettatori di lingua inglese, sono entrambe fedeli al romanzo di Clavell a modo loro. Credo che l’autore sarebbe stato soddisfatto».
Anche l’autore de Il Trono di Spade sarà tra quelli contenti delle ultime novità riguardanti la seconda stagione della serie ambientata nel Giappone feudale, una delle più acclamate di questo inizio 2024. Voi cosa ne pensate? Ci sono altri adattamenti degni di nota? House of the Dragon rientra tra questi? Diteci la vostra nei commenti.
Foto: Jeff Kravitz/FilmMagic for HBO (Getty Images)
Fonte: Not a Blog
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