Gianni Di Gregorio, "non è mai troppo tardi!"
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Gianni Di Gregorio, “non è mai troppo tardi!”

Premiato col Leone per la Miglior opera prima a Venezia e in top ten da due settimane, il regista di Pranzo di ferragosto ci racconta come ci si sente a essere travolti dal successo a 60 anni

Gianni Di Gregorio, “non è mai troppo tardi!”

Premiato col Leone per la Miglior opera prima a Venezia e in top ten da due settimane, il regista di Pranzo di ferragosto ci racconta come ci si sente a essere travolti dal successo a 60 anni

Debuttare a 60 anni e iniziare, tutto a un tratto, a cavalcare l’onda del successo. è quello che è accaduto a Gianni Di Gregorio, sceneggiatore romano (tra gli ultimi lavori firmati compaiono anche i film di Matteo Garrone, Gomorra compreso) che, dopo tanti anni di “gavetta” sui set un bel giorno ha deciso di cimentarsi anche dietro e davanti la macchina da presa. A dargli lo spunto un episodio autobiografico di quelli del tipo “chissà cosa sarebbe accaduto se quel giorno avessi detto sì anziché no”. Figlio unico di madre vedova Di Gregorio racconta che nel 2000 l’amministratore del suo condominio, sapendolo moroso, gli propose di tenere per le vacanze di ferragosto l’anziana madre. In un moto d’orgoglio il regista disse no, ma, a distanza di tempo, non riuscì a impedirsi di pensare a ciò che sarebbe potuto accadere se avesse accettato. Il risultato è Pranzo di ferragosto , in cui il protagonista (interpretato dallo stesso Di Gregorio) di vecchiette da gestire in una calda estate romana se ne ritrova quattro. Un film senza pretese, di quelli che si vorrebbero vedere più spesso, che diverte dal primo istante e che dà dell’universo degli anziani un’immagine insolita e priva di pietismi. E come tutte le opere prime, anche questa ha avuto un iter travagliato sbloccato dal classico colpo di fortuna: rimasto nel cassetto per anni e rifiutato da tutti i produttori, lo script ha incontrato il favore e la lungimiranza di Matteo Garrone che ha aperto una porta a Di Gregorio mentre tutti gliela sbattevano sul muso. Detto, fatto: il regista lo ha sostenuto, prodotto e presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia, dove Pranzo di ferragosto ha conquistato tutti: prima il pubblico, che si affollava in sala per vederlo, e poi la critica che lo ha consacrato con il Leone per la migliore opera prima.

Best Movie: Ti saresti aspettato un successo così?
Gianni Di Gregorio: Guarda… No. Uno spera sempre, ma no non così… Sono contentissimo!

B.M.: Un debutto a 60 anni. Non è mai troppo tardi…
G.D.G.: No, non è mai troppo tardi. Anzi mi fa piacere perché molti miei coetanei e persone più grandi di me mi hanno detto: “ma allora debutto pure io” e io gli ho detto “ma certo! Si può debuttare anche a 90 anni!”

B.M.: Questo premio per la Miglior opera prima cos’ha significato?
G.D.G.: E’ stato bellissimo perché di solito si dà a un esordiente molto più giovane di me. Mi ha reso felice e quando ho visto il Leone mi sono emozionato tantissimo.

B.M.: E ora dove lo tieni?
G.D.G.: Ora lo tengo sulla scrivania e lo guardo sempre…

B.M.: Oltre alla gloria anche i 100 mila dollari del premio… Li userai per pagare i debiti come farebbe il tuo protagonista o per girare un altro film?
G.D.G.(ride): Il premio prevede anche della pellicola, quindi sì per fare un nuovo film. Anche se non so ancora su cosa… Devo prima assorbire e capire cos’è successo.

B.M.: Sempre anziani?
G.D.G.: Non so ancora. Ma sicuramente qualche anziano ci sarà perché è un mondo che amo e che conosco benissimo.

B.M.: A proposito di anziani. Come se la passano le tue arzille interpreti? Sono state travolte anche loro dall’onda del successo?
G.D.G.: Sì sono completamente entusiaste. Fanno interviste, ricevono sessanta telefonate al giorno. Sono come delle star e mi hanno già detto “facciamone un altro!”.

B.M.: Erano così attive anche sul set? Puoi raccontarci qualche aneddoto?
G.D.G.: Sul set loro erano le più fresche. Io ero distrutto perché il regista non si riposa mai, mentre loro si divertivano tantissimo e la sera mi dicevano: “e domani a che ora si comincia?”. è stata una lezione di vita e di ottimismo…

B.M.: Ti saresti aspettato che il film piacesse tanto anche ai giovani?
G.D.G.: Ecco questo mi fa un enorme piacere. è un’altra cosa che mi ha sorpreso.

B.M.: Tu hai scritto anche la sceneggiatura di Gomorra . Com’è stato passare da un registro all’altro?
G.D.G.: In realtà Pranzo di ferragosto esisteva già. Nel tempo è nato prima e stava facendo un lento cammino produttivo. Invece Gomorra è nato di recente. Poi le date hanno coinciso e mi è dispiaciuto molto non essere stato sul set di Gomorra perché anch’io dovevo girare…

B.M.: Quindi sono entrambi i generi nelle tue corde?
G.D.G.: Sì direi di sì. Uno non esclude l’altro.

B.M.: Avevi pensato di farlo girare a Matteo Garrone Pranzo di ferragosto ?
G.D.G.: Magari, ma non ne avrebbe avuto il tempo. Però l’idea gli piaceva. Mi ha molto incoraggiato a farlo. è lui che mi ha permesso di girarlo producendolo e dandomi anche dei consigli sul cast e su tante cose.

B.M.: Quindi è stato lui il tuo portafortuna?
G.D.G.: Assolutamente sì.

B.M.: Se dovessi dire qual è stato il segreto del successo di Pranzo di ferragosto cosa diresti?
G.D.G.: E’ un film sincero. Molto semplice, sui sentimenti, sulla natura delle persone. Racconta di queste signore così vitali, così simpatiche. L’argomento tocca un po’ tutti. Tutti abbiamo la mamma, la nonna. Tante cose. Non riesco a capire cos’è stato più determinante.

B.M.: Ora che farai? Quali sono gli impegni più imminenti?
G.D.G.: Per ora seguo questo film e poi proverò a farne un altro. Ma mi devo prima riprendere e capire che è tutto vero…

Al.Za.

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