Dopo essere passati per Roma dove hanno incontrato la stampa italiana, Paul Rudd e Evangeline Lilly si sono goduti il bagno di folla al Giffoni Film Festival 2018 nella giornata inaugurale di venerdì 20 luglio. Ad accoglierli centinaia di ragazzi di tutte le età, i primi fortunati italiani a vedere in anteprima il nuovo cinecomic Marvel, che per tutti gli altri arriverà nelle sale dal 14 agosto.
Ecco altre curiosità su Ant-Man and the Wasp emerse durante l’incontro con i due protagonisti (in fondo all’articolo, trovate invece la gallery con le loro foto più belle al Festival).
Viviamo in tempi difficili in cui gli eroi sono particolarmente importanti. Chi sono le vostre ispirazioni?
Rudd: Prima di tutto i miei genitori. Poi, quando ero piccolo avevo un amichetto che possedeva un costume da Batman e lo indossava tutto il giorno. Io ero invidiosissimo perché lo volevo anch’io, così mi mettevo un accappatoio addosso per fingere di essere un supereroe…
Lilly: Il mio eroe ora come ora è il mio compagno, che si occupa dei nostri figli permettendomi così di girare per il mondo e inseguire i miei sogni. Quando ero piccola anche io adoravo tanti personaggi di fantasia… per esempio Catwoman interpretata da Michelle Pfeiffer oppure la fatina Trilli di Peter Pan.
Nella vostra carriera vi siete cimentati con tanti generi diversi. Cosa trovate di nuovo nel genere fantasy/supereroistico?
Rudd: Beh, sicuramente per i film che ho fatto in precedenza non ho dovuto allenarmi così duramente. Un’altra grande differenza è che questo è il primo film a cui prendo parte che ha modo di arrivare anche ai bambini e non solo agli adulti.
Lilly: Mi diverto molto di più sul set di un film come Ant-Man. Il genere drammatico è bellissimo, ma le atmosfere talvolta possono essere pesanti. Questo è uno dei motivi per cui ho deciso di cimentarmi con i generi fantastici.
Paul, quanto ti ha aiutato il teatro nella tua carriera sul grande schermo?
È un importante aiuto. Il teatro per me è la migliore scuola, perché in uno spettacolo teatrale devi recitare tutti i giorni la stessa parte cercando ogni volta di restituire le stesse emozioni. Davanti alla telecamera puoi anche sviluppare dei trucchetti, ma sul palcoscenico devi per forza imparare a recitare sul serio.
Evangeline, qualche anno fa hai pubblicato un libro per ragazzi. Ne hai in programma altri?
Sto ancora cercando di trovare un equilibrio tra la recitazione e le mie aspirazioni di scrittrice. Al momento purtroppo non ho tempo: faccio l’attrice a tempo pieno, è quello il mio lavoro, e lascia ben poco spazio ad altro. Mi piacerebbe però un giorno invertire le cose e iniziare a raccontare più storie mie, piuttosto che interpretare quelle degli altri.
Paul, per il sequel di Ant-Man hai partecipato anche alla sceneggiatura. Com’è stata questa esperienza?
Ho dato solo un contributo, la scrittura della sceneggiatura è stata un lavoro collettivo di diverse persone. Ha facilitato molto il mio lavoro perché mi sento di conoscere il film a 360° e non solamente le mie battute e cosa accade al mio personaggio. Ho una conoscenza più approfondita della storia e dei personaggi in generale.
In questo momento a Hollywood sembrano andare di moda le storie con personaggi femminili, tanto che si parla anche di un possibile film che riunisca tutte le supereroine Marvel. Cosa ne pensate voi: è soltanto una moda oppure è in atto un vero cambiamento?
Lilly: Comincerei con il distinguere il nostro film (o i singoli film) e l’industria del cinema in generale. Nel nostro caso, l’idea per Ant-Man and the Wasp è nata tre anni fa, il film è stato in lavorazione per lungo tempo, mentre il movimento #MeToo o gli scandali legati ad Harvey Weinstein sono più recenti. Per noi non si è trattato di cavalcare l’onda, fin da subito c’è stata l’idea di affiancare al protagonista la supereroina donna. Per quanto riguarda l’industria in generale non posso negare che ci siano di certo studi o registi che insistono a voler fare film con protagoniste donne, perché al momento è una questione al centro dell’attenzione e dunque molto remunerativa. Tuttavia credo che ci sia anche un sincero cambiamento in atto e lo dico perché lo sperimento sulla mia pelle: per esempio, non ho mai avuto tanti incontri con produttrici e registe come in questo periodo. In conclusione: potrà anche essere una moda, ma se serve a mettere più in risalto le donne nell’industria del cinema, ben venga!
Rudd: Sono d’accordo e aggiungo soltanto che dovremmo prendere parte tutti a questo cambiamento e sostenerlo. È importante essere coinvolti nella battaglia per il raggiungimento della parità.
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