Ormai lo sappiamo, Gli Anelli del Potere è una serie prequel che fa di tutto per offrire al pubblico qualche aggancio con la trilogia del Signore degli Anelli. Non mancano infatti citazioni dirette agli eventi che cronologicamente avvengono migliaia di anni dopo, l’ultima delle quali fa riferimento proprio alla vittoria di Frodo e Sam sull’Oscuro Signore Sauron.

Il nemico della Terra di Mezzo non verrà sconfitto durante questa stagione, questo è ovvio a tutti. Il suo destino è già scritto: verrà prima sconfitto da Isildur durante l’ultima grande alleanza tra uomini e elfi, ma troverà la forza per tornare e dare la caccia all’Unico Anello, per poi essere definitivamente annientato quando Frodo raggiunge il Monte Fato e durante lo scontro con Gollum fa cadere (accidentalmente, va detto) l’anello nel vulcano.

Eventi che riecheggiano nelle parole pronunciate da Celebrimbor nella settima puntata della seconda stagione de Gli Anelli del Potere. Nel suo monologo,  il più grande fabbro elfico riesce finalmente a capire gli inganni di Annatar ovvero Sauron e ad affrontarlo, mentre l’Eregion è sotto assedio da parte degli orchi di Adar. Celebrimbor sa di essere stato ingannato e di andare incontro ad un triste destino, ma  trova comunque la forza di profetizzare la fine di Sauron.

«Nessuno di noi era abbastanza forte. Magari non c’è nessuno nella Terra di Mezzo che lo sia ma può darsi che gli elfi debbano solo rammentare che non è la forza che prevale sull’oscurità ma la luce. Le armate possono sorgere, i cuori possono cedere, tuttavia la luce resiste ed è più maestosa della forza perché alla sua presenza ogni oscurità deve svanire» dice il personaggio interpretato da Charles Edwards. Pur non sapendo nulla degli Hobbit, della Contea e degli eventi che accadranno in futuro, Celebrimbor sembra parlare proprio di Frodo e Sam.

Non saranno infatti gli Elfi e neppure la forza di grossi eserciti ad avere la meglio sull’Occhio di Sauron, ma il coraggio e la caparbietà delle due piccole creature. Parole, le sue, che gli offrono una possibilità di redenzione rispetto al lavoro compiuto a sua insaputa (ma con un certo grado di consapevolezza) per il futuro Oscuro Signore. Il suo destino è già segnato, ma così anche quello della Terra di Mezzo…

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