«Sicuramente la ricetta delle lasagne con polpette. Mia nonna le preparava sempre a Natale, ora sono io che porto avanti questa tradizione e devo dire che sono anche piuttosto bravo. Mio padre, che ha 91 anni, a Pasqua cucina sempre la pastiera napoletana. Sta cercando di insegnarmi anche quella ricetta, così un giorno sarò io a prepararla».
«Quando doppi, da una parte hai molte meno cose sotto controllo, dall’altra sei molto più libero. Puoi fare ciò che ti pare con la tua voce. In questo caso ho cercato di dare a chi disegnava più opzioni possibili, in modo che fossero loro a scegliere che taglio dare a Gru».
«Da un certo punto di vista sì, perché la voce è la prima cosa in assoluto che abbiamo registrato. Mentre leggevo le mie battute, avevo una telecamera che mi riprendeva per tutto il tempo, soprattutto le espressioni facciali. I disegnatori di Illumination Entertainment si sono ispirati alla mia mimica facciale e ai miei gesti. In sostanza rivedo molti dei miei atteggiamenti in quelli di Gru, e proprio per questo lo sento molto mio».
«Il mio parametro di confronto erano i tecnici e il regista, dall’altra parte del vetro. Proponevo diverse versioni di una sola scena e guardavo i loro volti. A volte preparavo delle frasi che mi sembravano esilaranti e mi accorgevo che non sortivano alcun effetto, altre volte invece mi lasciavo andare all’intuizione del momento e inaspettatamente vedevo che si sbellicavano. Insomma diciamo che erano il mio punto di riferimento».L’intervista completa è pubblicata su Best Movie di agosto, in edicola dal 1° agosto.