Il nuovo film dell’universo Marvel, Guardiani della Galassia Vol. 3, è uscito nelle sale da pochi giorni ma ha già iniziato a far segnare numeri importanti al botteghino nazionale e non solo. A tempo record, inoltre, ha portato a casa un primo importante premio. Ed è tutto merito della storia di baby Rocket.
Ad assegnare l’onorevole riconoscimento all’ultimo film della trilogia di James Gunn è la PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), ovvero l’organizzazione no profit attiva per il sostegno dei diritti degli animali. Solitamente i loro comunicati relativi a film o serie sono rivolti a chiedere maggior tutela e protezione per gli animali sul set o come vengono rappresentati (come accaduto prima dell’uscita di The Fabelmans), ma in questo caso non hanno avuto proprio nulla a che ridire – tutto il contrario.
Come si legge nel comunicato disponibile sul sito ufficiale, per la PETA questo Guardiani della Galassia Vol. 3 fa qualcosa di raro per un film:
Racconta una bellissima e compassionevole storia riguardo gli esperimenti sugli animali per un pubblico formato Marvel. Include alcuni bellissimi animali animati, compreso Rocket […] che porta il pubblico in un viaggio emotivo esponendo allo stesso tempo i mali dei test sugli animali. Lo script di James Gunn non si ritrae da un argomento duro (ma spesso fedele alla realtà) e siamo rimasti entusiasti da una storia che ha empatia per tutti gli esseri viventi e sensibili.
Il film Marvel (QUI la nostra recensione), quindi, è in grado di intrattenere e a mettere il pubblico di fronte a crudeltà che accadono davvero nei laboratori ad animali senzienti. Una scelta per la quale la PETA ha deciso di onorare James Gunn e Guardiani della Galassia Vol. 3 con il Not a Number Award.
Nel corso dei flashback che raccontano le tragiche origini del procione spaziale, doppiato da Bradley Cooper, per la PETA vengono sottolineati molti elementi che hanno un riscontro reale:
- Agli animali viene dato un numero invece di un nome
- Il loro identificativo viene tatuato sul petto, come nel caso di Lylla e Rocket, oppure nelle orecchie
- Gli animali non vengono tenuti insieme in gabbia, ma quasi sempre queste sono piccole e per loro c’è poco da fare
- Il macchinario che tiene immobilizzato Rocket è molto simile a quello usato su vere scimmie nei laboratori
- Gli esperimenti sono spesso guidati dalla mera curiosità e non hanno uno scopo reale
Guardiani della Galassia Vol. 3, conclude la nota, immagina un mondo in cui gli animali possono vivere in pace e questo è anche il sogno della PETA: «I film possono espandere la consapevolezza del nostro lavoro per fermare i test in laboratorio. Andate in sala a vedere questa potente storia» hanno scritto.
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Foto: Marvel Studios
Fonte: PETA
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