Alice nella città, Hangry Butterfly: da Instagram la rinascita delle ragazze contro anoressia e bulimia
telegram

Alice nella città, Hangry Butterfly: da Instagram la rinascita delle ragazze contro anoressia e bulimia

Il documentario di Maruska Albertazzi racconta le ragazze che si sono riunite sotto l'hashtag #larinascitadellefarfalle e stanno guarendo insieme dai disturbi alimentari

Alice nella città, Hangry Butterfly: da Instagram la rinascita delle ragazze contro anoressia e bulimia

Il documentario di Maruska Albertazzi racconta le ragazze che si sono riunite sotto l'hashtag #larinascitadellefarfalle e stanno guarendo insieme dai disturbi alimentari

Anoressia e bulimia colpiscono più di due milioni di adolescenti in Italia, soprattutto ragazze. Uscirne non è facile, e per farlo a volte anche i social media possono essere utili. È il caso della community nata su Instagram sotto l’hashtag #larinascitadellefarfalle, un gruppo di giovani donne che hanno scelto di aiutarsi a guarire dai loro disturbi alimentari, e che la regista Maruska Albertazzi racconta nel documentario Hangry Butterfly, presentato ad Alice nella città e al cinema dal 23 al 25 novembre.

Anche Maruska Albertazzi, sceneggiatrice e attrice alla sua prima regia, ha sofferto da adolescente di disturbi alimentari: «Questa storia mi è accaduta: è nata con un post su Instagram in cui raccontavo la mia esperienza personale di anoressia a 13 anni, negli anni ’90», afferma la regista. «Ho messo un hashtag e alcune ragazze mi hanno seguito, così ho scoperto che esisteva una community di giovani che avevano dei “profili recovery”, cioè profili di guarigione. Sono ragazze che si aiutano stando in rete su un social media, ma che poi hanno deciso di incontrarsi dal vivo. A quel punto facevo parte di loro, e ho pensato di documentare quello che stava accadendo al loro incontro. Le ho seguite senza interromperle mai: non volevo niente di finto nel film».

Così, Maruska ha scoperto che l’amicizia è una chiave della rinascita, ma da sola non basta: «Conta il percorso terapeutico: anoressia e bulimia sono una malattia mentale vera e propria, non un capriccio del voler essere bella e magra», aggiunge la regista di Hangry Butterfly. «Ma è importante avere una community di persone che hanno vissuto la tua stessa esperienza e ti possono capire. Nel film raccontano cos’è il profilo recovery: avevo bisogno di qualcuno nel quale specchiarmi, che mi desse la forza di affrontare le sfide di ogni giorno. Il social serve molto: quando una ragazza si ammala viene isolata perché gli amici spesso non capiscono, o banalizzano»

Di anoressia e bulimia, dice Albertazzi, abbiamo una visione distorta: «Per questo per me era necessario fare questo documentario. Il disturbo alimentare non è solo la crisi della ragazza scheletrica, oppure vediamo un’amica magra ma normale e non pensiamo che sia malata. Invece la malattia avviene prima nella mente e poi si vede nel corpo. E se noi non impariamo questo rischiamo di non riuscire a capire il disturbo quando poi è troppo tardi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA