Harry Potter e il Calice di Fuoco segna una svolta significativa nel tono della saga cinematografica dedicata al maghetto di JK Rowling. Con la sua introduzione di elementi più cupi e temi di vulnerabilità, il film non solo approfondisce il conflitto tra bene e male, ma lo fa attraverso una lente che mette in evidenza le conseguenze emotive delle scelte dei personaggi. A questo proposito, c’è un’assurda teoria che avrebbe potuto rendere il film ancora più oscuro, aggiungendo una dimensione psicologica inquietante alla narrazione già di suo drammatica.
Il quarto capitolo si apre con una scena inquietante, in cui i Mangiamorte attaccano senza pietà la finale della Coppa del Mondo di Quidditch, segnando un cambio di rotta rispetto ai toni più leggeri dei film precedenti: la brutalità del Torneo Tremaghi, con i suoi rischi mortali – dal poter essere bruciati vivi da un drago, annegare o perdersi in un labirinto – si manifesta in tutta la sua crudezza. La morte di Cedric Diggory, non è solo un momento tragico, ma un simbolo della perdita dell’innocenza che accompagna Harry e i suoi amici.
Aumentando ulteriormente le sfumature cupe del film, c’è la rivelazione che Barty Crouch Jr. si è infiltrato a Hogwarts, travestendosi da Alastor “Malocchio” Moody, utilizzando la pozione Polisucco. Questo inganno si svela in modo drammatico nel terzo atto, quando scopriamo che il vero Moody è rinchiuso in un baule magico, completamente impotente. Qui entra in gioco la teoria che ha affascinato i fan: l’idea che il vero Alastor Moody, grazie al suo occhio di vetro, potesse vedere tutto ciò che Barty Crouch Jr. stava tramando.
La peculiarità dell’occhio è che si muove autonomamente, dando l’impressione che possa “vedere” anche quando non è fisicamente attaccato al suo proprietario. Questo porta i fan a ipotizzare che il vero Malocchio, mentre era prigioniero, avesse la possibilità di osservare ogni manovra di Crouch Jr. In un certo senso, l’assenza di Malocchio sarebbe stata un tormento emotivo aggiuntivo, in quanto non solo era prigioniero, ma costretto a guardare impotente il suo nome e la sua reputazione essere usati contro Harry, un ragazzo di cui si era preso cura e che aveva fiducia in lui.
Il falso Malocchio manipola Harry in modo subdolo, presentandosi come un mentore benevolo. Tuttavia, è solo nel finale che si scopre quanto profondamente il finto Alastor abbia influenzato Harry, conducendolo attraverso le prove, aiutandolo a trovare il gillyweed e avvisandolo riguardo ai draghi. Le rivelazioni portano a un finale drammatico, in cui il destino di Harry si intreccia con quello di Cedric, tutto orchestrato da Crouch Jr. in un gioco mortale di inganno.
Il legame tra Harry e il vero Alastor “Malocchio” viene esplorato in modo superficiale nei film successivi. Dopo gli eventi del Calice di Fuoco, Harry deve affrontare nuove sfide, come la lotta contro Dolores Umbridge e la connessione con il suo padrino, Sirius Black. Purtroppo, questo lascia poco spazio per approfondire le conseguenze emotive dell’inganno di Crouch Jr. La riconciliazione tra Harry e il vero Moody avviene tra le righe, senza la possibilità di vedere come il giovane mago si sente tradito e come potrebbe riacquistare la fiducia in colui che avrebbe dovuto proteggerlo.
In un mondo intriso di magia e mistero, l’idea che Malocchio potesse incantare il suo occhio per spiare le forze di Voldemort aggiunge una dimensione intrigante alla sua già complessa personalità. Anche se non è mai stato confermato se il vero Alastor potesse vedere attraverso il suo occhio mentre non lo indossava, questa teoria sottolinea come le varie sfide di Harry Potter si intrecciano con i destini di coloro che lo circondano.
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Fonte: MovieWeb
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