telegram

Hereafter

Un'intensa riflessione sulla vita dopo la morte. In un film «spirituale, non religioso» che non dà alcuna risposta, piuttosto apre a nuove domande

Hereafter

Un'intensa riflessione sulla vita dopo la morte. In un film «spirituale, non religioso» che non dà alcuna risposta, piuttosto apre a nuove domande

Si parte da una domanda: «Secondo te che succede quando moriamo?». Niente di nuovo, si potrebbe pensare, mentre nella nostra mente riemergono le immagini dei vari Ghost o Il sesto senso. Tutto molto “insolito”, invece, quando l’autore di questa riflessione si chiama Clint Eastwood, che per la prima volta decide di affrontare la vita dopo la morte (Hereafter, appunto): «Mi piace buttarmi su cose di cui non ho mai parlato prima». E come al solito ci mette classe e profondità, perfettamente in sinergia con la bravura di Matt Damon (che torna a lavorare con il regista dopo Invictus) e la sceneggiatura di Peter Morgan (Frost/Nixon). Tre storie parallele, che curiosamente s’intersecano sul finale. Tre vite – quella del sensitivo George, che vive questo suo “dono” come una condanna, quella di Marie, giornalista francese sopravvissuta allo tsunami, e quella del piccolo Marcus, che perde il gemello in un incidente – che vengono travolte dalla morte, che li lascerà con un «Non lo so» in bocca, ma una risposta dentro.

Regia: Clint Eastwood
Interpreti: Matt Damon, Bryce Dallas Howard, Cécile De France
Trama: George è un sensitivo incapace di gestire questo suo “dono”. La sua vita s’intreccerà con quella di una giornalista francese sopravvissuta allo tsunami e a quella di un bambino che ha perso suo fratello gemello.
Online: www.hereafter.it

Guarda il trailer

La scheda è pubblicata su Best Movie di gennaio a pag. 86

© RIPRODUZIONE RISERVATA