Si è tenuta oggi a Roma, al Cinema Nuovo Sacher – sala acquistata negli anni ‘90 dalla casa di produzione di Nanni Moretti, la Sacher Film – la conferenza stampa di Mia Madre (leggi la nostra recensione), ultimo film del regista.
A Milano la conferenza è proiettata in una sala del cinema Anteo, ed è come essere lì, anche se il regista non ne sembra molto convinto: «Dovrebbero esserci anche i giornalisti di Milano, ci sono? Non ho molta fiducia in questo genere di cose». Ma ci siamo e iniziano le domande.
In un film in cui la protagonista fa di mestiere la regista e facile vedere dei rimandi autobiografici, e lo conferma lo stesso Moretti: «C’è molto di me nel film . E c’è il mio modo di raccontare le cose, e come si è evoluto fino a qui. La morte della propria madre è un passaggio importante nella vita di ognuno. Mia madre è scomparsa mentre stavo montando Habemus Papa, ma parlarne mi imbarazza.»
Il protagonista del film è Margherita Buy, che interpreta una regista «mai davvero presente, sempre distratta» dice Moretti «Quando lavora pensa alla madre, quando è in ospedale pensa alla figlia.» E aggiunge: «Non ho mai pensato di recitare il ruolo principale. Fin dalla prima stesura del soggetto (scritto con Gaia Manzini, Valia Santella e Chiara Valerio ndr) ci siamo immaginati una donna come protagonista. Mi piaceva affidare delle caratteristiche di solito prettamente maschili a una donna.»
Interviene l’attrice: «Fare la regista è stato bellissimo e in alcune scene mi sono ispirata davvero a Nanni, con il quale è la terza volta che lavoro». «È vero – conferma sorridendo il regista -in alcune scene in cui era inca****a ho notato qualcosa di familiare.»
«Ma la cosa che mi è piaciuta di più” – conclude la Buy – è stato urlare ‘ciak’, e ‘azione’, ma soprattutto ‘stop’, lo stop ha un potere micidiale.»
Nel ruolo della madre morente c’è invece Giulia Lazzarini, grande attrice di teatro: «Non conocevo Nanni di persona prima di prendere parte al film; per chi fa molto teatro è difficile passare al cinema, perché i tempi non coincidono mai, ma dopo il primo incontro a base di the verde ho aspettato con fede che mi chiamasse, e così è stato.»
«Io invece sono arrivata al cinema e al film quasi per caso, mi hanno visto due osservatrici un giorno che sono arrivata a scuola in ritardo, poi ho incontrato Nanni, ed è stato tutto fantastico, ancora non ci credo” a parlare è Beatrice Mancini che ha solo 14 anni e molto in comune con la protagonista “Anche io vorrei il motorino e ho qualche problemino a scuola, anche se non il latino».
E il latino? Si potrebbe dire che è simbolo di cultura che sta scomparendo, che viene poi inscatolata per lasciare spazio a mensole vuote? Chiedono a Moretti. «No, non sono così pessimista».
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