Hollywood: lo sciopero degli autori non si arresta
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Hollywood: lo sciopero degli autori non si arresta

Tanti i nomi importanti tra le fila delle manifestazioni. Tra loro anche Haggis e De Palma

Hollywood: lo sciopero degli autori non si arresta

Tanti i nomi importanti tra le fila delle manifestazioni. Tra loro anche Haggis e De Palma

Va avanti da oltre una settimana lo sciopero degli autori televisivi e cinematografici, che protestano per il rinnovo del contratto, scaduto il 31 ottobre, e il riconoscimento dei diritti d’autore sui loro prodotti che vengono utilizzati sui nuovi supporti informatici, dai dvd ai film trasmessi via internet o sui telefonini. Ieri circa tremila persone hanno partecipato a Los Angeles a una manifestazione a sostegno degli scioperanti, bloccando il traffico di una delle grandi arterie che portano a Beverly Hills, all’altezza del grande grattacielo in cui hanno sede alcune delle principali case di produzione americane come la 20th Century Fox. A far sentire la loro voce durante i vari picchetti non sono solo gli sceneggiatori, ma anche registi e produttori, solidali con la categoria. Come riporta il Corriere della Sera fra loro ci sono anche lo sceneggiatore Steven E. De Souza (Die Hard 1 e 2) e lo scrittore e regista James L. Broooks, che hanno chiesto la solidarietà del governatore della California Arnold Schwarzenegger: «Per dieci minuti vogliamo di nuovo Arnie sul set con noi». Le opinioni all’interno della Writers Guild of America (associazione che conta circa 12.000 iscritti) sono tante. Per i fratelli Coen: «I nuovi media non sono ancora ben definiti. Era necessaria una trattativa più ponderata, capace di non ledere la sopravvivenza di tanti film approvati, ma privi di sceneggiature definitive». Anche Paul Haggis è sulla stessa lunghezza: «Il 90% degli iscritti era favorevole allo sciopero, non si poteva non fare. Gli interessi delle corporation sono famelici e non c’è alcuna chiarezza sui nuovi media». Per Brian de Palma: «è necessario fare chiarezza per capire dove sta andando il cinema». Le proteste provocheranno rallentamenti a tutta la filiera produttiva di Hollywood come sottolinea il produttore Joel Silver: «Lo sciopero ha motivazioni giuste, ma la trattativa doveva essere più meditata. In estate pochi film tra quelli approvati entreranno in produzione. Sarà un danno enorme per tutti.» L’ultima serrata della Wga risale al 1988, durò 22 mesi e costò all’industria 500 milioni di dollari.

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