I fan forse non saranno stati appagati a pieno dall’ultima stagione, la quarta, di Homeland. Ma a quanto pare non sono gli unici a criticare la serie che vede Claire Danes e Rubert Friend combattere il terrorismo tra le strade di Islamabad: anche i funzionari governativi del Pakistan hanno manifestato una certa insofferenza verso gli ultimi episodi andati in onda.
«Parlare in modo così maligno di una delle nazioni alleate degli Stati Uniti è un disservizio non solo alla sicurezza dell’America, ma anche a quella dei suoi cittadini», ha affermato il portavoce dell’Ambasciata Pakistana ai microfoni del New York Post «Homeland fa sembrare che il Pakistan voglia minare ai valori e ai principi americani e questo non è vero».
Secondo alcuni diplomatici pakistani, la serie avrebbe infatti dipinto la loro nazione come complice di azioni terroristiche e avrebbe avanzato insinuazioni sbagliate sulla loro intelligence, giocando alle spese di civili innocenti. E poco importa che, a tutti gli effetti, le scene in questione siano state girate in Sud Africa, a Città del Capo, «con un po’ più di accuratezza, si sarebbe potuto guardare molto più in avanti», hanno aggiunto.
Intanto, il produttore dello show David Nevins ha dichiarato che la quinta stagione sarà girata fuori dal Pakistan. Quello che si può sperare è che le attenzioni non si rivolgano al territorio israeliano, che pure è rimasto scosso da uno scivolone dell’ultima serie, in cui l’ex Primo Ministro è stato accostato a un fantomatico leader Talebano.
Insomma, mentre l’Egitto vieta Exodus: Dei e Re, accusando il film di Ridley Scott di sionismo, la diplomazia internazionale si mobilita con alcune doverose precisazioni su prodotti made in USA che peccano, a loro dire, di eccessiva semplificazione. Un monito per le produzioni a venire?
Fonte: Vanity Fair
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