Hotel Artemis intervista, i rimedi della dottoressa Jodie Foster
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Hotel Artemis intervista, i rimedi della dottoressa Jodie Foster

L'attrice californiana, a cinque anni dalla sua ultima apparizione in Elysium, ci racconta del suo ritorno sul grande schermo

Hotel Artemis intervista, i rimedi della dottoressa Jodie Foster

L'attrice californiana, a cinque anni dalla sua ultima apparizione in Elysium, ci racconta del suo ritorno sul grande schermo

Questa intervista è avvenuta lo scorso inverno, consegnandoci subito una sorpresa. Quando Jodie Foster ha fatto il suo ingresso nella stanza di un albergo di L.A. in cui ci aveva dato appuntamento, ci siamo subito accorti che qualcosa era andato storto. Camminava molto lentamente, ma soprattutto si sorreggeva grazie all’aiuto di due stampelle. “Colpa di uno stupido incidente sugli sci”, aveva tagliato corto, prima di sedersi e iniziare a parlare del suo ultimo film, il primo davanti alla macchina da presa, dopo cinque anni di sola regia.

In Hotel Artemis, diretto dal debuttante Drew Pearce, l’attrice premio Oscar (due statuette e quattro nomination) interpreta Jean Thomas, un’infermiera segnata dalla perdita del suo unico figlio, che vive barricata in un vecchio albergo di una distopica Los Angeles del 2028, devastata da violenti scontri e feroci retate della polizia. All’interno dell’Artemis, l’infermiera si prende cura di criminali che, se arrestati, verrebbero rinchiusi in carcere a vita. Una sorta di angelo custode delle anime diaboliche che governano la città.

Oggi Jodie Foster, 56 anni, è segnata dal tempo, lontanissima dalla bambina che ha fatto innamorare Hollywood e il mondo intero più di quaranta anni fa. È moglie di una donna (l’attrice e fotografa Alexandra Hedison) e mamma di due ragazzi (Charles e Kit Foster), è una regista affermata ma, soprattutto, è una star che può permettersi il lusso di lavorare nell’olimpo del cinema a suo piacimento. Per questo sono anni che non la vediamo recitare.

Dopo tanto tempo, hai deciso di tornare davanti alla cinepresa. Com’è stato?

«Bellissimo e naturale, anche perché lo faccio da una vita. Anzi, è la cosa che ho fatto di più nella mia vita. È un lusso e un onore per me avere ancora la possibilità di recitare dopo 52 anni di carriera. Ma soprattutto è straordinario poterlo fare perché è ciò che più amo. Che sia un ruolo principale o da guest star non importa, non ho più nessun traguardo da raggiungere».

Possiamo definire l’infermiera un personaggio “glamour”?

«Certo, è il motivo per cui ho scelto questo ruolo. Mi affascinava la trasformazione fisica richiesta, desideravo potermi mostrare in maniera differente da come sono. È interessante il percorso di Jean e il fatto che la sua vita traspaia anche attraverso il suo aspetto fisico. È un personaggio che mi ha portato a lavorare molto sulla mia fisicità».

In una Hollywood dove bellezza e freschezza sono richieste come doti eterne, a te sembra non interessare. È così?

«Quello di voler recitare in età avanzata è un desiderio che ho, perché penso che con gli anni si raggiunga una certa ricchezza di esperienze e una determinata maturità fisica. Credo di essere l’unica donna al mondo a volersi mostrare vecchia».

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