La nuova stagione di House of the Dragon è approdata su Sky e Now e, insieme alla questione centrale – ovvero quale clan finirà per prevalere tra i Verdi, fedeli agli Hightower e il giovane Aegon Targaryen, e i Neri, pronti a riconoscere solo in Rhaenyra la legittima erede al Trono di Spade – molti spettatori sono tornati a interrogarsi sulle creature co-protagoniste della serie. Come fanno i draghi a volare anche con le ali danneggiate, come abbiamo appena visto nel secondo episodio?
La domanda rimanda al quesito di base. Ovvero, esistono basi scientifiche che spieghino in assoluto come possano volare? Sorprendentemente, la risposta è sì. La facoltà di volare attribuita a queste figure mitologiche non appartiene infatti soltanto agli universi della magia e del Fantasy. Allo stato attuale dei fatti, il più grande animale esistente che possieda la stessa facoltà è il cosiddetto Albatro urlante, il più grande della famiglia di questi uccelli marini, la cui ala può arrivare a misurare oltre i 3,5 metri. Ma se torniamo molto, molto indietro nel tempo, il più grande animale mai conosciuto è il Quetzalcoatlo, uno pterosauro vissuto nel Cretaceo superiore, circa 68-66 milioni di anni fa, che, sulla base delle misurazioni fossili, sembra potesse avere una apertura alare tra i 10 e gli 11 metri.
Ma se pensiamo a Vaghar, il più grande e spaventoso tra i draghi di House of the Dragon, viene stimata una apertura alare tra i 250 (circa 76 metri) e i 450 piedi (oltre 135 metri), e soprattutto un peso che sembra impossibile da giustificare se non in termini estremamente fantasiosi. Eppure, esistono diverse teorie che spiegherebbero almeno in parte la facoltà di volare di queste gigantesche creature. Anzitutto, è stato ipotizzato che la densità dell’aria sul pianeta della serie sia superiore rispetto a quella della Terra, facilitando la possibilità del volo. In più, è stato ipotizzato che gli organi interni dei draghi non contengano ossigeno ma gas ben più leggeri, i quali, combinati a una maggiore leggerezza e forza della struttura ossea e una maggiore forza della muscolatura, potrebbero in effetti spiegare il fenomeno. L’essere più simile ai draghi che esista realmente in natura risulta quindi essere il pipistrello.
E proprio i pipistrelli, ma anche gli aeroplani costruiti dall’uomo, spiegano anche perché in House of the Dragon e prima Game of Thrones abbiamo visto i draghi volare anche con le ali bucate. Sia nel caso dei pipistrelli che degli aerei, gli esperti confermano infatti che i buchi sulle ali, finché restano in quantità non eccessiva, non solo non impediscono il volo ma risultano anzi essere un vantaggio, consentendo loro di planare sull’aria perfino con maggiore facilità. Ma oltre all’idea di una struttura interna simile a quella dei pipistrelli e all’ipotesi che gli organi interni contengano gas particolarmente leggeri, serve comunque l’idea della magia per giustificare l’idea che queste maestose, giganti creature possano spiccare il volo.
George R.R. Martin ha sempre sottolineato che la magia gioca un ruolo infinitesimale nell’universo da lui creato, diversamente da altre saghe di genere Fantasy. Ma in quanto creature mitologiche, resta sempre aperta l’ipotesi che l’immane quantità di energia necessaria perché i draghi possano battere le ali con tanta intensità da sollevare la loro stessa struttura corporea, appartenga a una facoltà magica simile a quella della Forza nell’universo Star Wars.
Quel che è certo, è che non solo un drago dalle ali danneggiate può ancora continuare a volare, ma che la sua ferocia e la capacità di resistere alle ferite rende la sua incombente figura ancor più terrificante agli occhi dei personaggi di House of the Dragon.
E voi cosa ne pensate? Avete già visto i primi due episodi della seconda stagione? Fateci conoscere i vostri pareri, come sempre, nei commenti!
Fonte: CBR
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