Con l’arrivo della seconda stagione di House of the Dragon, in Italia in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, torna anche l’appuntamento settimanale di Best Movie con il commento e i voti semi-seri al meglio e al peggio di ogni puntata. Seguiteci e nel frattempo potete recuperare a QUESTO LINK l’ultima puntata della rubrica.
In fin dei conti, ce lo aspettavamo. È la dura legge del budget: fai un gran bell’episodio, però se spendi tutto in una scena con tre draghi che si sbranano e arrostiscono a vicenda in aria, la puntata dopo diventa di nuovo un piccolo drama da camera. Cit. gli 833 di Westeros. Dopo i fuochi (letterali) d’artificio de Il drago rosso e il drago dorato si torna alla politica e agli intrighi di palazzo e anche per questo il voto alla puntata 2×05 (Reggente) è un 6-: non ammazza l’entusiasmo ma diciamo che ci si diverte di più in fila alla posta quando il tizio di fronte non ricorda il pin della carta.
Inevitabilmente, l’episodio si apre con un devastato Corlys Velaryon che non ha più lacrime per piangere dopo essere stato colpito dall’ennesima tragedia. Più che su un trono di legno, siede su un trono di sfiga e dopo i figli anche la moglie Rhaenys è tragicamente spirata, leggerissimamente schiacciata dal suo drago dopo una caduta di qualche centinaio di metri. Praticamente lo stesso destino di Re Aegon II, che tuttavia è sopravvissuto: certo, ora verrà conosciuto come il Re Spiedino, la versione fantasy di Due Facce (entrambe da schiaffi, come ci ha confermato la madre nell’ultima puntata), ma vivo nondimeno. Voto 8 alle misure di sicurezza dei draghi in caso di atterraggio d’emergenza.
Mentre il piano di Aemond Targaryen prende sempre più forma, al punto da portarlo a diventare reggente dell’intera baracca in una mossa che neppure il miglior Michael Scott di The Office avrebbe tirato fuori (voto 8 e mezzo: che personaggio!), le cose non vanno invece per niente bene a Daemon Targaryen. Esiliato in provincia di Foggia dopo il litigio con la moglie, tenta di conquistare non solo Harrenhal ma anche l’intera zona fomentando la faida secolare tra bresciani e bergamaschi sulla paternità del casoncello. Il piano però gli esplode tra le mani e segna l’ennesima battuta d’arresto per un personaggio che, in questa stagione di House of the Dragon, non ne azzecca una neanche per sbaglio: voto 3 alle sue capacità manageriali, neppure in The Sims City si è vista una città crollare così velocemente.
Non succede poi molto altro in questo episodio: abbiamo scoperto che le scene di gente in fuga ai cancelli di Approdo del Re sono in realtà immagini documentaristiche del traffico alla barriera di Milano Est alle cinque di un qualsiasi pomeriggio lavorativo, che Mysaria è improvvisamente diventata un’esperta militare che Sun Tzu spostati proprio e che Rhaenyra si è leggerissimamente accorta di non avere molte carte da poter giocare. Tranne una…
La grande novità di questo episodio di House of the Dragon è proprio questa: l’arrivo dell’algoritmo. Non ci sono più tizi dal sangue reale e i capelli platinati ai quali affidare draghi tenuti parcheggiati in garage? Nessun problema, basta sfogliare l’albero genealogico di famiglia e trovare qualche figlio bastardo nato da relazioni occasionali abbastanza cool da poterne cavalcare uno. Sappiamo già tutti di chi si parla: ci sono solo due personaggi “plebei” che abbiamo visto più e più volte negli episodi della seconda stagione, quindi il colpo di scena sarà pressoché nullo. Però che colpo da maestro, da parte di Rhaenyra e il figlio Luke: rifarsi al metodo Billy Beane e a Moneyball per calcolare le probabilità e scegliere i “giocatori” migliori da schierare per la seconda parte della guerra civile. Voto 9 al Fantamercato dei Neri: è l’arte di vincere, dopotutto…
Foto: HBO
© RIPRODUZIONE RISERVATA