Dalle stelle alle stalle e viceversa. La carriera di Hugh Grant non è stata tutta rose e fiori: indimenticabile in Notting Hill insieme a Julia Roberts, c’è stato un periodo a cavallo dei primi anni 2000 durante il quale si sono un po’ perse le sue tracce. In suo soccorso è arrivato un inaspettato film che, ammette, gli avrebbe salvato la carriera.
Durante un’intervista a Vanity Fair, ha ammesso di essere in debito alle sorelle Wachowski per averlo incluso in Cloud Atlas, adattamento del 2009 del romanzo L’atlante delle nuvole di David Mitchell, nel quale interpreta diversi cattivi in epoche storiche diverse. I temi ricorrenti sono infatti la reincarnazione e il destino, ma il film non è stato esente da polemiche per aver fatto interpretare personaggio asiatici ad attori come Hugh Grant.
Lui, tuttavia, non sembra darci molto peso: «Ero completamente abbandonato – ha detto -. Le Wachowski mi hanno offerto qualche piccola parte in Cloud Atlas e, ad essere onesti, probabilmente mi è stata offerta solo perché alcuni dei loro distributori internazionali avevano detto: ‘Abbiamo bisogno di qualche nome più riconoscibile. Metteteci dentro qualcuno di riconoscibile’. Avranno pensato: ‘Oh, non vogliamo Hugh Grant, ma gli daremo qualche piccola parte’. Lo negheranno, ma credo che sia in parte quello che è successo».
Poi ha aggiunto, ripercorrendo la sua carriera: «Ho iniziato facendo voci stupide, persone strane, facendo ridere la gente all’università, e poi facendo questo spettacolo comico a Londra. Facevo personaggi. Poi per puro caso, forse per il mio aspetto, sono stato trascinato nel ruolo del protagonista romantico. È andata bene, ma non è quello che penso di saper fare meglio, anche perché è meno divertente».
Da star di love story a villain, come lo abbiamo visto non solo in Cloud Atlas ma anche in diversi film recenti (come Dungeons & Dragons) o nel thriller horror Heretic in arrivo nelle sale. Ha anche rifiutato alcuni ruoli, però: «Li ritenevo insufficienti dal punto di vista della qualità o dell’indipendenza concessa ai registi. Si aveva la sensazione che una grande società stesse alitando sul collo di questi registi, e io non volevo prendere questa decisione».
Cosa ne pensate del fatto che secondo Hugh Grant la sua carriera sia stata salvata da Cloud Atlas? Per voi è così determinante nella sua filmografia? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.
Fonte: Vanity Fair
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