Quando The Hunger Games è uscito nel 2012, il film ha riscosso un successo straordinario, dando il via a un franchise cinematografico che conta attualmente cinque pellicole, con una sesta in arrivo nel 2026. Basato sul primo romanzo della trilogia di Suzanne Collins, il film racconta gli eventi della 74ª edizione degli Hunger Games, una competizione brutale in cui adolescenti vengono costretti a combattere fino alla morte in un’arena, sotto gli occhi di un pubblico televisivo. Protagonisti della storia sono Katniss Everdeen, interpretata da Jennifer Lawrence, e Peeta Mellark, interpretato da Josh Hutcherson. La pellicola ha ricevuto recensioni generalmente positive, soprattutto per la sua fedeltà al romanzo originale, e ha registrato incassi da record nel weekend di apertura.
Pur non essendo una trasposizione perfetta, il film è stato elogiato per la cura con cui ha rispettato la trama e i personaggi del libro. La produzione ha investito 78 milioni di dollari, puntando su un’ambientazione il più possibile realistica, con riprese effettuate in location naturali invece che affidarsi unicamente a scenografie generate in CGI. Tuttavia, un aspetto che ha lasciato insoddisfatti alcuni fan è stata la rappresentazione dei “muttations“, creature ibride a cui hanno dato vita gli Strateghi per terrorizzare i tributi nell’arena. Nel film, questi mutanti sono apparsi come grossi cani aggressivi, ma nel romanzo erano descritti in modo molto più inquietante.
Nel mondo di The Hunger Games, i muttations – o mutt – sono esperimenti genetici ideati da Capitol City per controllare o spaventare i tributi durante i Giochi. Nella trasposizione cinematografica, i mutt che attaccano Katniss e Peeta nelle battute finali del film hanno un aspetto simile a lupi dal pelo corto e si dimostrano feroci quando inseguono i protagonisti nel bosco, accerchiandoli mentre combattono contro Cato. Alla fine, divorano quest’ultimo dopo che Katniss e Peeta lo hanno spinto nel vuoto.
Nonostante la scena sia efficace, molti lettori hanno espresso delusione per il design dei mutt, poiché nel romanzo avevano caratteristiche molto più macabre. Suzanne Collins li descrive come creature dal corpo di lupo, ma con occhi umani e volti che ricordano quelli dei tributi già uccisi nei Giochi. Inoltre, indossano collari che riportano il numero del Distretto a cui appartenevano in vita e hanno la capacità di camminare su due zampe. Questo dettaglio conferiva loro un aspetto raccapricciante, suggerendo che fossero stati creati a partire dai cadaveri dei tributi caduti.
Nel film, invece, questi elementi sono stati eliminati e i mutt si presentano semplicemente come cani mutanti di grossa taglia, senza alcun riferimento ai tributi deceduti. Questo cambiamento ha reso la scena meno inquietante rispetto alla versione originale del romanzo, privandola di un impatto psicologico più forte.