Forse non sarà stato l’episodio più coinvolgente e nemmeno quello più compiuto, d’altro canto si trattava di una prima parte, ma nonostante una ricezione  non del tutto positiva da parte della critica e un risultato al botteghino inferiore ai primi due episodi, Hunger Games: il canto della rivolta – Parte I è il film che ha guadagnato di più nel 2014, l’anno peggiore per il botteghino americano.

Lo sconfitto è il team di Guardiani della Galassia, che pure aveva rappresentato l’apertura del cinecomic verso un pubblico più ampio e generalista. Lo iato tra le due pellicole è, letteralmente, di un pugno di dollari: 338, 17 milioni incassati contro i 338, 18 di Katniss & Distretto 13, che, nel mondo, ha totalizzato un record di 700 milioni di dollari.

Anche nel 2013 La ragazza di Fuoco aveva incassato più di un altro cinecomic, Iron Man 3, con buona pace del gigante Disney/Marvel. Un “miracolo” del genere non avveniva dai tempi di Harry Potter che, pure, in prospettiva, è stato superato dal risultato di Hunger Games.

Parlare del fenomeno evidenziandone le svolte sociologiche può essere eccessivo: molti infatti sono gli elementi che hanno aiutato il film a collocarsi in cima alla classifica, dal casting di Philip Seymour Hoffman e di Julianne Moore, alle strategie di mercato per la promozione della pellicola. Certo è che, di là dalle innegabili scelte di marketing, la simbologia di ribellione e di libertà incarnata da Katniss ha una componente realista e immanente ineludibile che, forse, il pubblico ha apprezzato più del modello totalmente finzionale del cinecomic.

Fonte: EW