L’anno scorso, di questi tempi, c’erano in sala Natale col Boss (Filmauro), Vacanze ai Caraibi (Medusa) e Il professor Cenerentolo (01), uscito però due settimane prima. In attesa del ciclone Zalone (Medusa), in arrivo l’1 gennaio. Il film con Boldi – Matrimonio al Sud (ancora Medusa) – era uscito invece nella seconda metà di novembre, e si trovava a fine corsa.
Quest’anno, cascando il Natale di domenica, il weekend natalizio è arrivato prima. Inoltre ci sarà un giorno festivo in meno sia ora (il 27 dicembre, che nel 2015 era appunto una domenica), che nella settimana di Capodanno. A fronte di una situazione non ideale, in sala arriva una commedia italiana in più.
Abbiamo infatti Natale a Londra (Filmauro), Poveri ma ricchi (Warner), Fuga da Reuma Park (Medusa) e Non c’è più religione (01), uscito due settimane prima.
Oltre al film di Siani (01), che in pratica approfitta dello spazio lasciato libero da Zalone; e a quello di Boldi, uscito ancora una volta in anticipo sulla concorrenza (ma una decina di giorni dopo rispetto allo scorso anno), e arrivato finora a 2,8 milioni (i 3,7 dello scorso anno non sono lontani, ma probabilmente si fermerà prima).
Vediamo i conti.
La proposta 01 di inizio dicembre è, dopo due weekend, in perdita di un milione nel confronto anno su anno (2,7 milioni per Non c’è più religione contro i 3,7 milioni del Professor Cenerentolo).
Medusa passa dagli 1,221 milioni di Vacanze ai Caraibi ai 640mila euro di Fuga da Reuma Park.
Filmauro, dopo un weekend, passa da 1,218 milioni a 720mila euro.
Per questi ultimi due film, l’anno scorso andava aggiunto anche il dato di mercoledì, mentre quest’anno tutte le uscite sono arrivate di giovedì, per evitare il mercoledì a 2 euro. Si tratta in entrambi i casi di una differenza minima, 100mila euro.
A tutto ciò si aggiunge Poveri ma ricchi, la proposta Warner, con 923mila euro.
Cosa scopriamo facendo i conti?
Che le corazzate Medusa e Filmauro hanno perso in totale oltre un milione di euro, recuperati solo in parte da Poveri ma ricchi: il dato complessivo è di -160mila euro circa.
Senza considerare il dato mediocre di Non c’è più religione.
La conclusione che se ne può trarre è che non c’era spazio per un cinepanettone in più: con un film in più, si è incassato complessivamente di meno, il che corrisponde a un piccolo tracollo industriale.
Si è dimostrato cioè che se il pubblico di questo tipo di offerta è in calo, anche se lieve, di certo la medicina non è aumentare i titoli in gioco: stessa torta, fette più piccole.
Ovviamente i dati sono ancora tutti da confermare, e la prova del fuoco per i cinepanettoni sono sempre i giorni a cavallo del Natale, fino a Capodanno. Ma i segnali non sono incoraggianti per chi continua a scommettere su un tipo di proposta i cui margini di guadagno diventano ogni anno – anzi, ogni mese – più sottili.
L’ultima risposta la daranno i prossimi giorni.