Arriva un clamoroso passo indietro per I Simpson: una famosa gag che era stata “mandata in pensione” verrà ripristinata nei prossimi episodi della famosa serie animata.

Parliamo, come i fan sicuramente avranno indovinato, della gag ricorrente in cui Homer Simpson mette le mani al collo del figlio Bart, per strangolarlo “alla vecchia maniera”, pronunciando la famosa frase «Brutto bagarospo!», una delle sue battute più famose. Un’immagine, a suo modo, iconica dei Simpson, che però, a partire dalla stagione 35, gli autori avevano deciso di eliminare del tutto.

«Non lo faccio più. I tempi sono cambiati»: aveva spiegato infatti Homer nel terzo episodio a un vicino di casa, chiarendo agli altri personaggi e al pubblico le nuove intenzioni degli showrunner. La serie non è certo famosa per essere “politicamente corretta”, tuttavia in quel caso sembrava esserci stata una richiesta da parte del network Fox di adeguarsi ai tempi e alla sensibilità moderni, per mettersi al riparo da eventuali accuse di violenza su minore.

Non si può dire, però, che i fan l’abbiano presa bene. E infatti, a distanza di circa un anno, sembra che gli autori siano corsi ai ripari con una rettifica. Già nel primo episodio della 36esima stagione, infatti, la famosa gag ha fatto il suo ritorno, accompagnata da una dichiarazione dello showrunner de I Simpson Matt Selman, che ne ha spiegato le motivazioni a TMZ.

«È stato un errore suggerire che la gag fosse stata eliminata del tutto – ha spiegato -. La frase di Homer nella stagione 35 suonava un po’ come un annuncio ufficiale, invece era soltanto una battuta che è stata interpretata male dal pubblico. Dopotutto, si tratta di una scena che fa parte del DNA della serie e i fan si aspettano di rivederla».

In fondo, ora gli appassionati de I Simpson hanno problemi ben più grandi. Il primo episodio della nuova stagione, introdotto dalla versione cartoon del celebre presentatore Conan ‘O Brian, si è presentato infatti come il finale della serie creata da Matt Groening nel lontano 1989. Soltanto una provocazione oppure siamo davvero vicini alla fine di un’era?