Se avete aspirazioni da filmmaker segnatevi questa data, 26 ottobre 2013. È il giorno giusto per imbracciare una videocamera qualunque, riprendere quello che volete ed entrare a far parte del primo film collettivo mai realizzato nel nostro paese, Italy in a Day. Un progetto ambizioso che ricalca le orme del film collettivo Life in a Day, prodotto da Tony e Ridley Scott nel 2010, presentato al Sundance nel 2011 e ora disponibile anche in Italia in Blu Ray grazie a Koch Media, con il titolo La vita in un giorno. Primo “social movie” della storia, lanciato attraverso YouTube, Life in a Day era stato ottenuto montando spaccati di vita vissuta, registrati da utenti del social network di tutto il mondo il 24 luglio 2010.
Quel progetto, diretto da Kevin Macdonald (La morte sospesa, State of Play), fu seguito a ruota da versioni “nazionali”, da Britain in a Day e Japan in a Day, film collettivi girati stavolta in Gran Bretagna e Giappone. Ora tocca a noi: si darà a tutti gli italiani la possibilità di filmare qualcosa di personale e/o significativo nell’arco di 24 ore, dalla mezzanotte del 25 ottobre fino alla mezzanotte del 26. Il passo successivo è quello di caricare il materiale realizzato, operazione possibile dalle 24 del 26 ottobre e fino al 17 novembre, su www.italyinaday.rai.it (non attivo al momento in cui scriviamo). A visionare tutto il materiale e dargli una struttura ci penserà poi un regista premio Oscar come Gabriele Salvatores, che sebbene sia impegnato sul set del suo prossimo film, Il ragazzo invisibile, ha accettato subito di supervisionare il progetto. «È una grossa responsabilità – ha svelato il cineasta durante la conferenza stampa a Roma, cui ha partecipato via satellite proprio dal set di Trieste -, si dice sempre che il cinema dovrebbe raccontare la vita, in questo caso per riuscire nell’intento non si affida il racconto ad un regista professionista, ma alla gente comune. Come direbbe Nanni Moretti, bisogna essere autarchici e decidere liberamente cosa filmare: qualcuno potrebbe anche decidere di riprendere quello che ha fuori dalla finestra di casa. Non si sa mai dove si cela la poesia. Una volta che avremo il materiale, assieme ad una squadra di montatori organizzerò questi frammenti in una grande storia».
E tutto il girato che non finirà nel film finale? «Rimarrà di proprietà delle Teche Rai e farà parte di un archivio speciale per quello che di fatto è un censimento video dell’Italia». Quanto a Italy in a Day, una volta finito potrebbe andare in sala per una speciale giornata di programmazione e poi in onda su Rai2, ma l’amministratore delegato di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, ha assicurato che il film avrà anche una distribuzione home video oltre alla messa in onda sui siti dell’azienda che fanno parte del circuito Rai net.
Prodotto da Rai Cinema assieme alla Indiana Production, Italy in a Day si avvarrà anche dell’aiuto di italiani attualmente fuori dal nostro paese impegnati in progetti non comuni, è il caso dell’astronauta Luca Parmitano, che realizzerà il suo contributo video dallo spazio, ma anche dei nostri connazionali impegnati nelle missioni di pace e nei progetti di cooperazione e di quelli che lavorano in ospedali e carceri.
Per il contributo da inviare non esiste un tema vero e proprio: Salvatores suggerisce di essere personali. «Ci piacerebbe riuscire ad ottenere un film che mostri in che modo oggi gli italiani provano a realizzare i propri sogni e affrontano le loro paure». Ma se dovesse girarlo Salvatores un frammento su cosa punterebbe la macchina da presa? «Mi piacciono le ore serali, in particolare quel momento di solitudine con i propri pensieri prima di addormentarsi, ma se il 26 ottobre avessi un figlio in arrivo o decidessi di incontrare un amico che non vedo da tempo, riprenderei quei momenti. Si può raccontare qualcosa di universale anche con i pezzetti di un singolo giorno».
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