Il Buco 2, cosa significa il finale? La spiegazione dello shockante plot twist
telegram

Il Buco 2, cosa significa il finale? La spiegazione dello shockante plot twist

Proviamo a fare chiarezza su alcuni dei maggiori punti di domanda dell'atteso sequel disponibile da pochi giorni su Netflix

Il Buco 2, cosa significa il finale? La spiegazione dello shockante plot twist

Proviamo a fare chiarezza su alcuni dei maggiori punti di domanda dell'atteso sequel disponibile da pochi giorni su Netflix

il poster de Il Buco 2

Il Buco 2, l’attesissimo sequel del thriller horror Il Buco del 2019, è finalmente disponibile su Netflix a partire dal 4 ottobre. Il sequel diretto da Galder Gaztelu-Urrutia getta una nuova luce sulla distopia introdotta nel capitolo precedente, e il suo sorprendente finale ha nuovamente acceso le discussioni in rete tra i fan. Ma cosa avviene nel finale del film?

Il Buco 2 è ambientato nello stesso universo del precedente capitolo e si svolge principalmente nella stessa prigione verticale. Il funzionamento della struttura è sempre lo stesso: ogni giorno una piattaforma piena di cibo scende cella per cella dall’alto verso il basso, portando con sé abbastanza cibo per sfamare ogni livello. Questo funzionerebbe se gli individui lì detenuti si limitassero a cibarsi dell’unico alimento che hanno richiesto prima di entrare nella prigione. Ma purtroppo, non lo fanno.

Il secondo film inaugura tuttavia una nuova politica della prigione. I compagni di cella hanno creato un rigoroso sistema per garantire che il maggior numero possibile di persone possa nutrirsi: Si mangia solo il proprio cibo, e nient’altro. Chiunque violi tale regola viene punito. Più tempo Perempuán (Milena Smit) passa in prigione, più impara quanto questa “legge” possa essere brutale. All’inizio non esita a prendervi parte; tuttavia, quando diventa vittima di una punizione arbitraria imposta dal leader dittatoriale Dagin Babi (Óscar Jaenada), comincia a scagliarsi contro di essa.

Perempuán decide così di mettere in atto il piano di fuga della sua compagna di cella morta (Natalia Tena), la quale le ha rivelato che i gestori della prigione usino una variante del gas sevoflurano una volta al mese quando le celle sono riorganizzate: “Quando sentiamo l’odore del gas, è il momento. Se tutto va bene, penseranno che siamo morte. Ma ci sveglieremo. Ci faremo portare via dall’alto, con i cadaveri, e poi… dovremo improvvisare.”

Dopo aver ucciso Babi e i suoi accoliti, Perempuán ingoia un pezzo di materiale che sembra agire come una sorta di filtro respiratorio. Questo la rende incosciente, tuttavia riesce a svegliarsi nuovamente durante il cambio di fine mese mentre la prigione è sospesa in antigravità e pullula di guardie. Legata ad una massa di cadaveri che vengono portati al fondo della fossa, Perempuán vede un bambino che è stato messo nella cella più bassa, la numero 333, e decide di rischiare la propria vita per salvarlo.

Uno dei primi grandi colpi di scena de Il Buco 2 si svela con l’arrivo di un volto familiare: Trimagasi (Zorion Eguileor), il quale nel film originale è il primo compagno di cella del personaggio principale Goreng (Ivan Massagué). Nel film precedente, Trimagasi risultava imprigionato lì da nove mesi, e ad un certo punto svelava a Goreng di aver iniziato la sua detenzione al livello 72, dove troviamo lui e Perempuán, che si risveglia dopo che il suo precedente compagno di cella è stato ucciso da Babi.

Tale rivelazione implica come Il Buco 2 sia a tutti gli effetti un prequel e non un sequel del film precedente, i cui fatti avvengono a circa un anno di distanza. Ma non è tutto. Alla fine de Il Buco 2, durante i titoli di coda, vediamo un’immagine dal primo film che ritrae Goreng e Trimagasi parlare tra loro nell’oscurità infinita sotto il livello più basso della piattaforma. Negli ultimi momenti del film, Goreng si gira quando sente la voce di Perempuán con quest’ultima che esclama: “Tu, cosa ci fai qui!?“, I due si abbracciano con le lacrime agli occhi, e diventa chiaro che si conoscessero già nella vita al di fuori della prigione. È quindi plausibile che Goreng possa essere il partner menzionato dalla stessa Perempuán quando racconta la sua vita prima di essere rinchiusa nella misteriosa struttura.

Anche se non viene chiarito del tutto, sembra quasi certo che alla fine del film Perempuán sia morta. Durante il suo tentativo di salvare il bambino, ha continuamente sbattuto la testa contro la parete di cemento della prigione perdendo molto sangue lungo il tragitto. Nella sequenza finale del film, Perempuán scende con il bambino nelle profondità sotto la fossa, dove una donna le dice riferendosi al bambino: “Solo loro possono salire. Il tuo viaggio è finito, ma lui avrà un’altra possibilità.

Ad ogni modo, è possibile che il vuoto oscuro sotto la prigione sia una metafora della morte, dal momento che vi appare anche l’altro compagno di cella morto di Perempuán, Zamiatin (Hovik Keuchkerian). Perempuán, dal canto suo, potrebbe essere morta a causa della perdita di sangue subita durante la risalita, con la consapevolezza di essere riuscita a salvare il bambino e di aver espiato i suoi peccati.

Le figure dei bambini inoltre sembrano avere un significato molto più vasto di quanto si possa pensare ad una prima occhiata. Ne Il Buco 2 vediamo spesso sequenze con dei bambini intenti a giocare su una sorta di piramide di pietra con gradini e uno scivolo. In un primo momento il gioco è strutturato e organizzato, per poi esplodere in furiosi scontri tra i bambini che lottano per il controllo della struttura e per cercare di arrivare in cima alla piramide. Il bambino che raggiunge il punto più alto è quello che viene portato via da due adulti, e poi inserito nella cella 333 dallo staff della prigione, e che verrà poi salvato da Perempuán. Nel primo film, anche il protagonista Goreng trovava un bambino in fondo alla prigione, ed esattamente come Perempuán gli salvava la vita riferendosi in seguito a lui come portatore di un “messaggio”.

Qual è allora il significato dietro i bambini dei due film? Sono effettivamente reali o sono allucinazioni dei personaggi ormai giunti in fin di vita? Come ricorderete, alla fine de Il Buco, quando Goreng trova la bambina, egli è gravemente ferito, ed è quindi possibile che si tratti di una semplice suggestione. Il Buco 2 sembra però suggerire che i bambini siano effettivamente stati inseriti intenzionalmente nel livello 333, a causa soprattutto di quanto visto da Perempuán quando riprende conoscenza dopo essersi finta morta.

Ad ora non esiste risposta certa, tuttavia la spiegazione più plausibile è che i bambini nel livello più basso della prigione abbiano lo scopo di offrire una qualche forma di redenzione per i prigionieri. Sembra infatti chiaro che una volta finiti nella fossa, i prigionieri non abbiano possibilità di uscirne. Tuttavia, la possibilità di salvare un bambino sembra offrire loro una sorta di causa per la quale sacrificarsi e dare un senso alla propria morte.

Il Buco e Il Buco 2 sono attualmente disponibili su Netflix.

Cosa ne pensate del finale del film? Fatecelo sapere nei commenti!

Leggi anche: Il Buco – Capitolo 2, ricomincia l’orrore nel trailer ufficiale del sequel

Foto: Netflix

© RIPRODUZIONE RISERVATA