Il cavaliere oscuro, a distanza di anni questo apparente buco di trama tormenta ancora i fan
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Il cavaliere oscuro, a distanza di anni questo apparente buco di trama tormenta ancora i fan

Una spiegazione, tecnicamente, c'è... ma è davvero convincente?

Il cavaliere oscuro, a distanza di anni questo apparente buco di trama tormenta ancora i fan

Una spiegazione, tecnicamente, c'è... ma è davvero convincente?

Il cavaliere oscuro

Sono passati molti anni dalla sua uscita, ma la trilogia di Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan rappresenta ancora un unicum nel genere, capace di spianare la strada a una nuova stagione di cinecomic che ha portato ai grandi successi Marvel e DC di oggi. Tuttavia l’opera di Nolan, e specialmente il capitolo finale Il cavaliere oscuro – Il ritorno, non è stata priva di critiche.

Nel film conclusivo, ad esempio, Batman sembra sfuggire alla morte un po’ troppe volte e in una maniera molto conveniente alla storia, cosa che per molti fan risulta ancora oggi un “buco di trama”, o comunque uno degli aspetti più deboli della sceneggiatura. Sia Talia al Ghul che Bane, infatti, hanno molteplici occasioni di eliminare una volta per tutte il supereroe, ma ogni volta puntualmente rinunciano.

Talia al Ghul, uno dei personaggi che più sono stati sacrificati nella trilogia di Il cavaliere oscuro, si presenta a Bruce come Miranda Tate, la nuova amministratrice delegata delle Wayne Enterprises. Lui dimostra di fidarsi di lei e di considerarla una speranza sia per la sua azienda che per il futuro della città. Con il procedere del piano di lei, i due entrano in intimità e finiscono per passare la notte insieme alla Wayne Manor. In questo frangente, Bruce non conosce ancora la vera identità della donna, che rivela di essere la figlia di R’as al Ghul’s soltanto dopo molto tempo. Come mai, quindi, non ha colto subito l’occasione per vendicarsi del padre, dopo essersi guadagnata la fiducia di Batman?

Una cosa molto simile accade poi col vero e proprio villain di Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ovvero Bane. Durante il loro scontro, Bane afferma di voler portare a termine la missione di Ra’s al Ghul di distruggere Gotham City e poi paralizza Batman, danneggiandogli la colonna vertebrale con una violenta ginocchiata. Tuttavia, l’eroe non muore e l’antagonista decide di non ucciderlo, ma al contrario di rinchiuderlo in un’antica prigione sotterranea nel Medio Oriente.

Insomma, entrambi i personaggi avrebbero potuto sbarazzarsi definitivamente di Batman molto prima. Chiaramente, che l’Uomo Pipistrello sfugga alla morte è funzionale al suo sviluppo come personaggio, ma c’è da dire anche che il film offre una motivazione, seppur a tratti traballante, delle ragioni dei villain. Talia e Bane, infatti, non desiderano soltanto eliminare Batman, ma piegarlo dal punto di vista fisico e psicologico, mostrandogli i suoi limiti e privando Gotham del suo simbolo di speranza. Lasciarlo in vita, per loro, è dunque un’ulteriore crudeltà, perché permetterà di distruggere definitivamente il suo spirito. Infatti, assisterà impotente alla devastazione della città, senza poter correre in suo soccorso.

Certo, non tutti hanno trovato convincente questa spiegazione offerta da Nolan, che di fatto… sortisce l’effetto opposto, permettendo a Batman di liberarsi e salvare la situazione. Aggiungiamoci infine il modo miracoloso in cui Bruce sembra sopravvivere al suo “sacrificio” finale, e abbiamo un supereroe che forse ha davvero sconfitto la morte una volta di troppo. Voi che ne pensate? Sono tutte motivazioni solide, oppure lo considerate ancora alla stregua di un “buco di trama”? 

Fonte: Collider

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