Il cavaliere oscuro è davvero "realistico"? Questa teoria cambierà la vostra idea sul Batman di Nolan
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Il cavaliere oscuro è davvero “realistico”? Questa teoria cambierà la vostra idea sul Batman di Nolan

La trilogia è nota per essere "il cinecomic più vicino alla realtà". Ma, secondo alcuni fan, questo elemento cambia tutto

Il cavaliere oscuro è davvero “realistico”? Questa teoria cambierà la vostra idea sul Batman di Nolan

La trilogia è nota per essere "il cinecomic più vicino alla realtà". Ma, secondo alcuni fan, questo elemento cambia tutto

Il cavaliere oscuro Nolan

A distanza di anni dalla sua uscita, la trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan rappresenta ancora un unicum nel genere cinecomic. Pur mantenendo tutti gli elementi caratteristici dei fumetti originali, i tre film con protagonista Christian Bale nei panni di Bruce Wayne/Batman sono stati una vera e propria rivoluzione, rappresentando per la prima volta l’eroe in una versione più vicina possibile alla realtà, senza poteri, magia o elementi soprannaturali.

E se Batman è un personaggio che si presta molto bene a questo tipo di operazione, sappiate che c’è almeno un elemento nel finale che potrebbe suggerire una risoluzione più “magica” e misteriosa (anche se forse non ce ne siamo resi conto). Esiste infatti una teoria dei fan che potrebbe cambiare la vostra percezione sul “realismo” voluto da Nolan. 

Ma andiamo per gradi. Nel finale del film Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Bruce si sacrifica (o almeno così appare) per salvare la città di Gotham, trasportando la bomba a neutroni piazzata da Bane e poi attivata da Talia oltre la baia con il suo Batwing. Prima di partire, l’eroe confida a Selina che il pilota automatico del velivolo non è funzionante, rivelando quindi la natura suicida della sua azione. Tuttavia, nell’epilogo Lucius Fox scopre che non è così: Bruce aveva già corretto il guasto al pilota automatico, e infatti Alfred, seduto a un caffè in Italia, scopre che il suo protetto è ancora vivo e si è rifatto una vita altrove, liberandosi del mantello di Batman.

Canonicamente, quindi, il personaggio si salva per una ragione pratica e realistica, usando l’intelletto, in linea con il tono voluto da Nolan per la trilogia. Ciò che però insospettisce ancora oggi i fan è la rapidità con cui Batman guarisce dalle ferite in questo film: non solo si riprende miracolosamente dal brutale attacco di Bane, ma sembra anche illeso dopo la coltellata infertagli da Talia al Ghul. 

Secondo alcuni fan, la motivazione avrebbe a che vedere con il cosiddetto Pozzo di Lazzaro (o Fossa di Lazzaro), un fenomeno naturale immaginario dell’universo DC. In questi pozzi, infatti, è presente una sostanza chimica in grado di curare i feriti o coloro che sono prossimi alla morte. Il loro potere è tale che Ra’s al Ghul, colui che per primo li ha scoperti, li ha utilizzati per secoli per imbrogliare la morte e mantenersi sempre giovane. Nel film di Nolan, il Pozzo di Lazzaro compare, appunto, in una versione più “realistica”: è la prigione sotterranea in cui viene rinchiuso Bruce, e da cui riesce a fuggire dopo cinque mesi.

Stando alla teoria, è possibile che il luogo gli abbia fatto acquisire proprietà rigenerative fuori dalla norma. O in alternativa, rimanendo in linea con le regole dell’universo narrativo volute da Nolan, Batman potrebbe aver sviluppato una sostanza artificiale simile a quella del Pozzo, così da guarirsi e rimettersi in sesto velocemente, sia dopo l’attacco di Talia che dopo l’eventuale scoppio della bomba. Conoscendo Nolan, se questo particolare non è stato mostrato è abbastanza probabile che sia soltanto un’ipotesi fantasiosa, ma di sicuro risponderebbe ad alcune domande irrisolte del finale.

Che ne pensate? Vi convince questa lettura del finale de Il cavaliere oscuro?

Fonte: Screen Rant

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