Il fenomeno Cane Grinta
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Il fenomeno Cane Grinta

Il nuovo lavoro di Roberto Recchioni nasce online e traccia, a livello editoriale, un nuovo modo di autoprodurre e pubblicare fumetti

Il fenomeno Cane Grinta

Il nuovo lavoro di Roberto Recchioni nasce online e traccia, a livello editoriale, un nuovo modo di autoprodurre e pubblicare fumetti

Cane Grinta non è solo un fumetto. O meglio: è anche un fumetto. Ma nell’idea di Roberto Recchioni, il suo autore, è diventato qualcosa di più.

È stato presentato a Lucca Comics and Games, alla fine di ottobre, in due versioni. Una standard e una speciale. Quella standard, come suggerisce il nome, consiste in un solo volume: curato, con un prezzo ridotto, e piuttosto semplice. Carta, cartone, un’impaginazione intelligente e pulita. Quella speciale, invece, ha una confezione a forma di cuccia, facile da assemblare, e contiene una serie di piccoli gadget.

Cane Grinta nasce online, qualche mese fa. Recchioni ha cominciato a pubblicare delle brevi strisce sui suoi social, Facebook e Instagram; e nel giro di pochissimo tempo – vuoi per il suo talento nella comunicazione, vuoi per l’immediatezza delle storie – è diventato un piccolo successo. Click, mi piace, condivisioni, richieste. Oggi Cane Grinta vive una nuova vita, ed è una cosa davvero interessante, soprattutto dal punto di vista editoriale. Recchioni l’ha prodotto – sì, come una serie Tv o un film – con Edizioni BD e Tacotoon, e ha progettato ogni più piccolo dettaglio. Il risultato finale è un oggetto studiato, particolare, decisamente unico nel panorama del fumetto italiano. Ma, a parte l’aspetto più commerciale, Cane Grinta è anche una bella raccolta. Le storie scritte e disegnate da Recchioni funzionano. Sono chiare, fresche, dinamiche. Il tratto gioca con il bianco e nero, e con un protagonista come Grinta – che, tra parentesi, è il cane dell’autore – il tono della narrazione rimane sempre appassionante. Ci sono tanti riferimenti in questo fumetto. E sono riferimenti abbastanza palesi: ci sono i Peanuts, ma c’è anche Tintin.

Grinta attraversa mille mondi, affronta mille avventure, e lo fa senza muoversi, senza fare niente: leggiamo i suoi pensieri e proviamo a guardare le cose dal suo punto di vista. Ma è quando non c’è, quando cioè viene raccontato dagli altri, e si trasforma in uno spunto o addirittura in un simbolo, che sembra acquistare uno spessore e un risalto maggiori. Oggi, per fare fumetti, non basta saper disegnare o saper scrivere; bisogna anche saper comunicare, intercettare il proprio pubblico, trovare un linguaggio chiaro e poco fraintendibile con cui esprimersi. Recchioni, questa cosa, la fa da un po’ di tempo. E Cane Grinta, forse, è il risultato proprio di questa sua esperienza.

Siamo arrivati a un punto di estrema sintesi tra marketing e creatività, e pure questa, a modo suo, può essere un’alternativa per il mercato italiano. Le autoproduzioni, oggi, sono una delle realtà più attive e seguite. Autoprodurre, spesso, significa avere più libertà per raccontare la storia che si ha in mente, ma anche dover affrontare determinati costi e determinate spese da soli. Cane Grinta è una novità, e va letta esattamente in questo modo. Forse è solo un inizio. Forse è una piccola anticipazione di una rivoluzione più grande. Chi lo sa. Intanto, per fortuna, ci sono i fumetti di Grinta.

Credit foto © Edizioni BD, Tacotoon, Rrobe Prod.

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