Il film più amato di Star Wars è anche quello con il problema più evidente
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Il film più amato di Star Wars è anche quello con il problema più evidente

Non c'è dubbio che sia il preferito dai fan, nonostante un dettaglio che complica l'intera timeline della saga

Il film più amato di Star Wars è anche quello con il problema più evidente

Non c'è dubbio che sia il preferito dai fan, nonostante un dettaglio che complica l'intera timeline della saga

il film più amato di star wars ha un problema

In attesa che nuove storie ambientate nella galassia di Star Wars facciano tornare il pubblico in sala, i fan non possono che concentrarsi sul già vasto universo narrativo a disposizione. Nove film, ormai svariate serie tv, libri e fumetti hanno creato un canone imponente, ma non privo di qualche difetto e problema di continuità. Tra i più clamorosi c’è anche quello che riguarda il film più amato dell’intera saga.

Non ci sono dubbi infatti che in testa alle classifiche della maggior parte dei fan ci sia Star Wars – Episodio V: L’impero colpisce ancora, il sequel del 1980 diretto da Irvin Kershner che ha segnato la definitiva svolta per il franchise per il genere sci-fi in generale. È diventato un fenomeno culturale senza precedenti e contribuito al futuro della saga, nonostante sia quello che presenta il problema più evidente per quanto riguarda la timeline generale.

L’impero colpisce ancora, infatti, è ambientato tre anni dopo Una nuova speranza, ma a ben vedere questo dettaglio non ha senso e anzi crea più problemi che altro. Il gap tra una storia e l’altra porta con sé diversi grattacapi per i fan più accaniti: perché Obi-Wan Kenobi avrebbe aspettato così tanto tempo per mandare Luke Skywalker ad allenarsi da Yoda, perdendo così tempo prezioso nella sua formazione già tardiva come cavaliere Jedi? Il ragazzo era già evidentemente sensibile alla forza e troppo adulto rispetto ai padawan che l’Ordine prendeva con sé, quindi questo lasso di tempo non si spiega in nessun modo.

Inoltre, in questi tre anni Luke ha stretto legami ancora più forti con Han Solo e Leia, proprio quelli che Yoda ha cercato di “recidere” durante l’allenamento. Parlando dell’amico interpretato da Harrison Ford, il problema del primo sequel di Star Wars diventa ancora più evidente: passati tre anni, avrebbe dovuto essere più esitante nel lasciare la Ribellione, ma soprattutto non tornano i conti sul fatto che voglia fuggire dopo tre anni per colpa dei cacciatori di taglie di Jabba the Hunt. Nel film, l’imperatore Palpatine dice a Darth Vader che ora «abbiamo un nuovo nemico», ma dal momento che è passato così tanto tempo non ha senso che parli di Luke in questi termini.

Sommando tutte le cose, il gap di tre anni sembra una forzatura che crea problemi a chi vuole che ogni elemento della timeline sia al suo posto. Forse George Lucas pensava a un periodo di tempo inferiore, perché nei commenti present nel DVD del film si limita a dire che è passato «del tempo» senza specificare quanto; la novelizzazione scritta da Donald F. Glut invece indica che «Diversi mesi sono passati» da Una nuova speranza, dettaglio che renderebbe tutto più sensato e organico. 

Cosa ne pensate? Anche voi avete notato questo problema nel film più bello e amato dai fan di Star Wars? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.

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Foto: LucasFilm

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