Il film preferito del 2024 di Christopher Nolan a molti di voi non è piaciuto affatto
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Il film preferito del 2024 di Christopher Nolan a molti di voi non è piaciuto affatto

Il regista di Oppenheimer ha detto la sua sull'annata che si sta per concludere, lodando in particolare un film su cui critica e pubblico si sono spaccati

Il film preferito del 2024 di Christopher Nolan a molti di voi non è piaciuto affatto

Il regista di Oppenheimer ha detto la sua sull'annata che si sta per concludere, lodando in particolare un film su cui critica e pubblico si sono spaccati

il film preferito del 2024 di christopher nolan

Fine anno, tempo di classifiche per tutti, compresi i grandi del cinema mondiale. Variety ha raccolto quindi i pareri di alcuni celebri registi su quale sia stato il loro film preferito del 2024: Alexander Payne ha scelto Conclave, Alfonso Cuaron il brasiliano I’m Still Here, il regista di Alien:Romulus Fede Alvarez ha scelto invece Inside Out 2 e quello di Mufasa: Il Re Leone Barry Jenkins ha sorpreso con Nickel Boys. Tra tutti, però, è forse il parere di Christopher Nolan quello più sorprendente e sicuramente divisivo.

Il cineasta premio Oscar per Oppenheimer – nel frattempo al lavoro sul suo prossimo progetto – ha infatti sorpreso tutti scegliendo come film preferito del 2024 un titolo sul quale molti di voi hanno discusso apertamente, tra chi lo ha lodato come fa Nolan e chi invece lo ha disprezzato in tutto e per tutto. Parliamo di Il Gladiatore II, sequel firmato da Ridley Scott che sta ancora avendo un discreto successo nelle sale, ma ha spaccato in due critica e pubblico. Christopher Nolan però non ha dubbi su quale parte scegliere.

«Nel primo Gladiatore di Ridley Scott, Massimo ci chiede: “Non vi divertite?” e ci mette di fronte alla verità sul perché visitiamo il Colosseo attraverso un film – ha scritto nel suo paragrafo il regista – Scott sa che non siamo lì per conoscere la cultura romana; siamo lì per vedere i nostri desideri oscuri a una distanza confortevole. Ma è un regista troppo esperto per farsi sorprendere a fare paralleli con il nostro tempo. Lascia che il mondo de Il Gladiatore II parli da solo, mostrandoci ancora una volta chi siamo semplicemente invitandoci a goderci la folle corsa inflazionistica. Perché ci sono gli squali nel colosseo? Perché li chiediamo, e Scott ce li dà magistralmente. Mentre rivela come i giochi vengono usati per manipolare l’opinione pubblica, non possiamo fare a meno di vedere proiettate sulla sabbia le ombre della nostra stessa arena pubblica».

La sua analisi del film, del quale potete leggere QUI la nostra recensione, prosegue così: «Come i migliori sequel attesi da tempo, Il Gladiatore II deve essere un remake e un sequel in un unico film, ed è una prova della genialità di Scott il fatto che riesca a bilanciare il pathos individuale dell’originale con le esigenze espansionistiche del tema centrale del sequel, portando con sé una vita di esperienza nel controllo del tono. Scott alza il tiro con la messa in scena dell’azione: la sua incredibile, iper-osservante messa in scena multi-camera (così diversa da quella dell’originale) fa sì che l’azione si trasformi magistralmente in una sequenza chiara e sbalorditiva. L’effetto non è solo quello di intrattenere, ma di spingere alla consapevolezza dei temi del film. Pochi registi hanno lavorato in modo così invisibile su più livelli. In film come Blade Runner, Thelma e Louise e Il Gladiatore II, la densità visiva dell’arte di Scott funge da supporto alla sua chiarezza tematica di fondo».

Christopher Nolan conclude poi lodando apertamente il collega e suggerendo che addirittura sia stato spesso sottovalutato: «Nonostante il successo, il contributo di Scott all’evoluzione della narrazione cinematografica non è mai stato adeguatamente riconosciuto. Le innovazioni visive apportate al cinema da lui e dai suoi colleghi dell’adland britannico degli anni Settanta sono state spesso liquidate come superficiali, ma i critici dell’epoca non hanno colto il punto: la fotografia sontuosa e il design meticoloso hanno apportato una nuova profondità al linguaggio visivo dei film, una messa in scena in grado di dirci come potrebbero essere i mondi che ritraggono. Questo non è mai stato così chiaro come nella magistrale inquadratura di apertura de Il Gladiatore II, dove la mano di Paul Mescal culla delicatamente il grano raccolto dall’ondeggiare del film originale».

Siete d’accordo con Christopher Nolan? Il Gladiatore II è davvero il film più bello del 2024? Diteci la vostra nei commenti.

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Fonte: Variety

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