«Il film su Bioshock? Non si farà per colpa di Watchmen»
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«Il film su Bioshock? Non si farà per colpa di Watchmen»

Lo dice Ken Levine di Irrational Games, che spiega il motivo per lo stop al progetto per il film tratto dal suo videogioco

«Il film su Bioshock? Non si farà per colpa di Watchmen»

Lo dice Ken Levine di Irrational Games, che spiega il motivo per lo stop al progetto per il film tratto dal suo videogioco

Quando un film fa flop, le conseguenze del disastro si ripercuotono su tutti: attori, regista, crew, produzione. Ma non solo: spesso il destino commerciale di un progetto è la chiave per il successo (o il fallimento) di altrettanti film a esso collegati, in una sorta di reazione a catena. Secondo Ken Levine, direttore creativo della casa di produzione videoludica Irrational Games, è proprio questo il destino che è toccato a Bioshock, videogioco creato proprio da Irrational nel 2007 e del cui adattamento cinematografico si parla da un paio d’anni almeno.

In un’intervista al sito Eurogamer, Levine ha raccontato le vicende che hanno portato alla sospensione dei lavori per Bioshock (probabilmente per sempre), che in teoria sarebbe dovuto essere diretto da Gore Verbinski. E proprio “gore” è la chiave del problema: Levine racconta che «Verbinski voleva un budget da 200 milioni per fare un film rated-R, di quelli con sangue oppure donne nude – anche se credo che lui puntasse più al sangue che alle donne nude. Ma il fallimento al botteghino di Watchmen (un altro kolossal vietato ai minori, ndr) ha convinto la Universal a rischiare molto meno e ad abbassare il budget a 80 milioni. Verbinski non voleva fare un film da 80 milioni, così la produzione ha chiamato un altro regista (Juan Carlos Fresnadillo, autore di Intruders, ndr)». Una scelta che non ha convinto Levine, che ha preferito dire un secco «no, grazie» alla Universal e tenersi il progetto nel cassetto: il contratto con la major, infatti, prevedeva che Irrational Games mantenesse il totale controllo creativo sul progetto, e Levine ha preferito «evitare di compromettermi e di rovinare la mia creatura. È strano, per uno come me che scrive sceneggiature da sempre, pensare di staccare la spina a un film che volevo fare da anni, ma c’è un limite al numero di compromessi che si possono accettare nella propria vita». Se da un lato ci dispiace molto sapere che non vedremo mai la città sottomarina di Rapture al cinema, dall’altro è bello vedere che c’è ancora qualcuno nell’industria dell’intrattenimento per cui la qualità di un prodotto è importante almeno quanto gli incassi, e che preferisce “uccidere” un progetto per ragioni nobili che spremere un’IP per incassare qualche dollaro in più.

Qui sotto potete vedere l’intera intervista a Ken Levine (dove si parla di tante cose, non solo di Bioshock) e un cortometraggio fan-made dedicato a Bioshock

http://youtu.be/X1PlM_g6S2I

Fonte: Eurogamer

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