“Se i soldi non ci sono inventiamoceli”. È il leit motiv de Il gioiellino (dal 4 marzo in 170 sale italiane, secondo film di Andrea Molaioli, il regista che con il suo esordio La ragazza del lago vinse ben 10 David di Donatello. Ispirato al recente crac della Parmalat e alla crisi economica mondiale il film è una fotografia dell’avidità scattata «quando ci sono stati i primi segnali della grande crisi globale. – ha spiegato il regista durante la conferenza stampa a Roma – Lavorando insieme agli sceneggiatori (Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli, n.d.r.) ci siamo imbattuti in diversi casi nei quali si evidenziava una gestione scriteriata della finanza, come il caso Parmalat. Più che un racconto in pura chiave d’inchiesta volevamo descrivere uomini che utilizzano la religione come carta da gioco e si professano pubblicamente portatori di valori, compiendo qualsiasi tipo di atto che contraddice lo stesso credo; industriali che hanno come biglietto da visita una squadra di calcio e una seconda generazione di imprenditori che stancamente proseguono le orme paterne». Protagonisti di questa storia sono Amanzio Rastelli (il “Calisto Tanzi” interpretato da Remo Girone) presidente dell’ azienda agro-alimentare Leda (acronimo di Latte E Derivati Alimentari), Ernesto Botta, (il personaggio di Toni Servillo ispirato a Fausto Tonna, ragioniere della Parmalat), braccio destro di Rastelli e uomo brusco e spiccio, che vive per la Leda. Al suo fianco Laura Aliprandi (Sarah Felberbaum), la giovane e bella nipote di Rastelli, un dirigente superficiale Franco Schianchi (Fausto Maria Sciarappa) e un ingenuo direttore marketing Filippo Magnaghi (Lino Guanciale) prigioniero senza speranze della truffa. «Non ho conosciuto Calisto Tanzi – racconta Girone – un uomo molto riservato al quale mi accomuna solo la fedeltà alla moglie. Per la creazione del mio personaggio mi sono basato su quello che mi ha detto il regista e sulla sceneggiatura». «Il mio personaggio che ricorda Fausto Tonna – spiega Servillo – è stato meno esposto alle cronache, e quindi mi ha permesso di costruire il suo carattere avendo meno zavorre di confronto con la realtà». Anche se la verosimiglianza lascia ampio spazio a fatti realmente accaduti. Il film, infatti non tralascia di ricordare le parole che lo stesso Tonna, dopo l’interrogatorio, rivolse ai fotografi e ai cameramen:«Auguro a voi e alle vostre famiglie una morte lenta e dolorosa», così come l’incontro «raccontato da alcune nostre fonti, – spiega la sceneggiatrice – , tra l’imprenditore della Parmalat e il Presidente del Consiglio: risultato di quel meeting fu la vendita del calciatore Alberto Gilardino per il Milan. Tra calcio, religione, truffa, Borsa e mercati internazionali il film, che ricorda un certo cinema italiano di denuncia «con una piccola citazione a Il caso Mattei di Francesco Rosi – aggiunge il regista – racconta l’inutile attrazione del denaro che elimina sentimenti e relazioni, togliendo, seconda una scelta voluta dagli sceneggiatori e registi, la scena alle migliaia di risparmiatori e dipendenti che hanno subito le conseguenze delle frodi.
Toni Servillo, Sara Felberbaum, Andrea Molaioli e Remo Girone