Come noto grazie ad un recente studio, diventato materiale da meme in tutto il mondo, parecchia gente pensa almeno una volta al giorno all’Impero romano. Ma c’è qualcuno che si chiede quanto gay fosse? Sì, e quel qualcuno ha girato la domanda a Denzel Washington, tra le star del sequel Il Gladiatore II, in uscita da oggi giovedì 14 novembre nelle sale italiane.
L’attore premio Oscar interpreta Macrino, un trafficante di gladiatori e di armi che si fa strada nel Colosseo grazie al suo ultimo “acquisto”, quel Lucio Vero interpretato da Paul Mescal e costretto a tornare nella capitale dell’Impero dopo anni in Numidia. La performance di Denzel Washington è degna del suo nome, come vi abbiamo anche detto nella nostra recensione del film: istrionico, machiavellico e soprattutto libero di dare sfogo a tutta la sua straordinaria capacità attoriale.
Abilità messe in pratiche anche in una scena tagliata ne Il Gladiatore II, e che avrebbe risposto direttamente alla domanda posta dalla giornalista di Gayety durante un’intervista: «In realtà ho baciato un uomo nel film, ma alla fine lo hanno tolto, penso si siano un po’ spaventati – ha raccontato Denzel, che negli ultimi giorni ha anche annunciato di fatto il suo prossimo ritiro dalle scene -. Ho baciato un uomo sulle labbra e penso che non fossero pronti per una cosa così. Lo uccido circa cinque minuti dopo. È Il Gladiatore, era un bacio della morte».
Dal set de Il Gladiatore II è emerso anche un altro aneddoto a tal riguardo: sembra infatti che sia stato tagliato un bacio tra Paul Mescal e Pedro Pascal, questa volta sulla fronte. Ridley Scott a quanto pare non l’ha giudicato funzionale alla scena, il combattimento tra i due nel Colosseo, e anche questo momento non arrivato al montaggio finale.
Per rispondere ancora più esaustivamente alla domanda, l’omosessualità era contemplata nell’epoca romana, ma con qualche differenza sostanziale rispetto alla società greca: innanzitutto la pederastia, che per i greci era uno strumento politico e pedagogico, mentre per quanto riguarda l’omosessualità era sì praticata e accettata ma non avveniva tra persone dello stesso ceto sociale; la passività sessuale era una discriminante morale e quindi estremamente degradante perché tipico della femminilità (secondo i costumi dell’epoca), mentre il ruolo attivo denotata virilità.
Fonte: Gayety
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