Ci sono attori bravi e quelli che possiedono la “luccicanza”. Stanley Tucci è molto bravo, e il suo frequente sorriso è inconfondibile. Ma John Goodman… Beh, John Goodman è John Goodman! Non importa cosa faccia, che si tratti di una commedia romantica (Natale all’improvviso) o di un ruolo marginale nei panni di un gangster qualunque (The Gambler), riesce sempre a metterci qualcosa in più che lo rende magnetico. E non si tratta solo di stazza. Prendiamo l’avvocato interpretato da Tucci in Spotlight e proviamo a confrontarlo con Frank King, il produttore impersonato da Goodman che diede lavoro a Dalton Trumbo durante gli anni dell’ostracismo comunista. La performance di Tucci non ha niente di sbagliato, è pulita, perfetta. Ma il modo in cui Goodman dà del genio a Bryan Cranston o minaccia con la mazza da baseball il cinematografaro repubblicano è semplicemente magia. Detto tutto questo, però, quando vedi Goodman pensi prima a lui e poi al ruolo, mentre Tucci sa essere simpatico in modo contagioso, o detestabile fino alla nausea (vedi alla voce Hunger Games…) senza mai oscurare i suoi personaggi. Quindi, ancora una volta, scegliete voi, intanto ecco i tre punti di forza di ognuno dei due:
JG: 1) Ha salvato da solo più di un film; 2) Ha una capacità di recitare con il fisico che ha pochi eguali; 3) È un’icona cinefila per due generazioni di spettatori
ST: 1) Inconfondibile… ; 2) …ma al contempo capace di non sovrapporsi al personaggio; 3) È probabilmente il caratterista puro con il curriculum più ricco attualmente in circolazione
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