Pur essendo una coproduzione con l’Italia (Cattleya), Il primo uomo ha un carattere francese abbastanza marcato: è tratto da un romanzo parzialmente autobiografico di Albert Camus, è interamente dialogato nella lingua dei cugini d’Oltralpe, e racconta la ferita aperta dell’avventura coloniale in Algeria. La storia segue in flashback la vita di Jacques Cormery, uno scrittore francese nato e cresciuto in Algeria sotto la morsa educativa dell’anziana nonna e i contrasti con i compagni di classe (per questioni etniche, ma soprattutto perché è un secchione). Bambino silenzioso e sensibile, figlio di una donna timida e assente e di un padre morto durante la Prima guerra mondiale quando lui non aveva nemmeno un anno, Jacques è diventato nel tempo un intellettuale della sinistra moderata. Al suo ritorno in Africa, nel 1957, convinzioni politiche e ricordi privati iniziano a fondersi e influenzarsi reciprocamente: pur legato a quella terra e convinto che debba tornare indipendente, Cormery prende le distanze dalle posizioni più estremiste e rifiuta gli atti terroristici che mettono in pericolo i suoi vecchi amici e la vita della madre anziana.
dal 20 aprile
(Le premier homme, Francia/Italia 2011)
Regia: Gianni Amelio
Interpreti: Jacques Gamblin, Maya Sansa, Denis Podalydès
Trama: Uno scrittore francese nato e cresciuto in Algeria torna nel suo paese natale in piena epoca di rivolte anticolonialiste.
Genere: drammatico/biografico
Durata: 100’
DA VEDERE PERCHÉ: per riscoprire, con occhio critico, l’avventura coloniale della Francia in Algeria.
La scheda è pubblicata su Best Movie di aprile a pag. 98
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