Il primo uomo di Damien Chazelle ha debuttato come film d’apertura al Festival di Venezia solo qualche giorno fa, ma sembra che nonostante l’ottimo parere della critica, il nuovo lavoro del regista di La La Land stia già creando clamore per via di una specifica scelta che non è piaciuta ad alcuni spettatori, in particolare al senatore repubblicano Marco Rubio.
A generare tanto scalpore è stata l’assenza nel film del celebre momento in cui Neil Armstrong pianta la bandiera americana sul suolo lunare, interpretata come un vero e proprio attacco agli Stati Uniti nonché chiaro segno di antipatriottismo, che Rubio ha voluto condannare sulla sua pagina Twitter.
Non si è fatta attendere la replica di Chazelle, che ha chiarito una volta per tutte le ragioni della sua scelta, spiegando che dietro ad essa non vi è alcuna motivazione politica, ma solo il desiderio di concentrare il film esclusivamente sul suo uomo, Armstrong:
«Il mio obiettivo con questo film era quello di condividere con il pubblico il non visto, gli aspetti più sconosciuti della missione americana sulla luna. In particolare la personale storia di Neil Armstrong e di ciò che ha pensato o sentito durante quelle celebri ore. Volevo che l’attenzione in quella scena si concentrasse esclusivamente sui solitari momenti di Neil sulla luna. Questo film parla di uno dei più straordinari traguardi raggiunti non solo nella storia americana, ma nella storia umana. La mia speranza è che scavando sotto la superficie e umanizzando l’icona, possiamo capire meglio quanto difficile, audace ed eroico sia stato davvero questo momento.»
Una dichiarazione che richiama quella fatta dal protagonista Ryan Gosling durante la presentazione del film a Venezia (QUI trovate il suo discorso completo), che snocciolando il concetto stesso di eroe americano aveva spiegato:
«Non credo, avendolo studiato, che Neil si vedesse come un eroe americano. Altri lo avranno visto così, ma lui non si riconosceva affatto in questa definizione.»
Fonte: Deadline
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