Gli anime sono ormai da diversi decenni tra le forme d’arte più popolari al mondo, e la loro sempre più capillare diffusione ha contribuito a far conoscere la cultura nipponica a milioni di persone. Con migliaia di diverse produzioni, gli anime hanno ormai esplorato ogni genere conosciuto proponendo sempre nuove sfumature. Ma qual è il più triste di sempre?
Nelle ultime settimane un celebre portale di sondaggi legati ai media ha chiesto al pubblico giapponese di votare l’anime più “strappalacrime” mai realizzato. Su un totale di 4.200 partecipanti, la stragrande maggioranza ha eletto Violet Evergarden, un commovente dramma prodotto da Kyoto Animation incentrato su una giovane donna e sui dolorosi ricordi di quest’ultima risalenti al tempo di guerra.
La serie ha infatti messo a segno più del doppio dei voti ottenuti dall’opera piazzatasi al secondo posto, ovvero Bugie d’aprile, serie anime noto sul mercato internazionale come Your Lie in April, fermatasi a 713 voti. A questa sono poi seguiti Clannad: After Story e Angel Beats, entrambe nate dalla mente di Jun Maeda, noto co-fondatore di Key Visual Arts. L’elenco completo recita quanto segue:
1. Violet Evergarden
2. Your Lie in April
3. Clannad: After Story
4. Angel Beats
5. A Place Further Than the Universe
6. We Still Don’t Know the Name of the Flower We Saw That Day (Anohana)
7. A Silent Voice
8. WorldEnd: What do you do at the end of the world? Are you busy? Will you save us?
9. Steins;Gate
10. The Promised Neverland
Si tratta di opere anime che hanno ottenuto ampi riconoscimenti internazionali per l’approccio riservato a tematiche complesse e in alcuni casi controverse. Nel caso di Violet Evergarden, l’opera ritrae in maniera decisamente realistica i gravi effetti psicologici del disturbo da stress post-traumatico in un contesto post-bellico.
La storia è ambientata nello stato fittizio del Leidenschaftlich, il quale è reduce da una sanguinosa guerra di quattro anni contro l’Impero Gardarik. A Leiden, capitale del Leidenschaftlich, lavorano presso un ufficio postale le cosiddette “bambole di scrittura automatica”, ragazze particolarmente abili nello scrivere a macchina dotate inoltre della innata capacità di trasmettere su carta i sentimenti delle persone che chiedono loro aiuto per esprimerli in maniera tale da farli arrivare dritti al cuore dei rispettivi destinatari.
Violet Evergarden è un’orfana dalle straordinarie capacità belliche che viene arruolata nel conflitto fin da giovanissima, e a causa di ciò si dimostra incapace di provare emozioni e sentimenti, elementi di cui ignora persino l’esistenza. Durante le guerra Violet ha perso entrambe le braccia, che le sono state sostituite con delle pregiate protesi in metallo iper-realistiche.
Con la fine del conflitto viene tuttavia reintegrata nel mondo civile e inizia a prestare servizio proprio come bambola di scrittura automatica. Qui inizia ad apprendere i sentimenti e le emozioni umane grazie al lavoro svolto sulle lettere, intraprendendo anche un toccante viaggio interiore che le farà rivisitare i rapporti umani della sua vita alla luce delle nuove capacità emotive acquisite.
Insomma, Violet Evergarden pone l’accento su una emozionante riscoperta della propria umanità laddove la guerra e le sue sanguinose conseguenze hanno lasciato spazio a gravi ferite esteriori, come la perdita di entrambe le braccia, ed interiori. Non sorprende quindi che si sia aggiudicata tale primato.
I lungometraggi e la serie anime di Violet Evergarden sono attualmente disponibili in streaming su Netflix.
Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!
Leggi anche: «Non sarà mai un successo»: persino Hayao Miyazaki ha sottovalutato uno dei suoi più grandi capolavori
Foto: Netflix
Fonte: CBR
© RIPRODUZIONE RISERVATA