È solo di ieri la notizia della tragica e prematura scomparsa del giovane Anton Yelchin, e dopo il cordoglio delle star via Twitter, letteralmente invaso dagli omaggi di amici e colleghi di lavoro, ecco che oggi a ricordarlo è Jeremy Saulnier, apprezzato regista di Blu Ruin e di Green Room, dove l’attore figurava come protagonista e ancora privo di distribuzione in Italia.
Saulnier, infatti, parlando con Indiewire ha voluto ricordare Yelchin con queste parole d’affetto e di stima: «Anton era un sogno. Era intelligente, arguto e più sincero di chiunque altro io abbia mai incontrato. Green Room era solo la nostra prima collaborazione, ma non sarebbe stata l’ultima. L’ho caricato di molte responsabilità quando l’ho scelto come protagonista, ma lui ha sostenuto questo fardello da vero campione. Non ha solo infuso un delicato equilibrio tra tragica vulnerabilità e una prova fisica intensa, ma ha offerto anche la sua disponibilità e la sua pazienza sul set».
Continua il regista: «In un’industria governata da numeri e stime di vendita su mercati stranieri, Anton mi ha ricordato tutto ciò che ha davvero valore nel nostro lavoro. Mi ha donato nuovamente un confort che non percepivo sin dai tempi in cui giravo film con gli amici, creando una bolla protettiva in cui si potesse esprimere al meglio la creatività. Dopo il tour promozionale dello scorso anno, sono stato invitato a cena da lui. Gli ho detto quanto fosse stato importante e meraviglioso per me aver trovato un cast così giovane e ricco di talento, e di quanto fosse stato importante aver portato a termine la missione».
Conclude infine Saulnier: «Guardando al passato, ricordo che Anton mi aveva chiesto consigli sulla regia, perché sperava di girare un suo film prima dell’estate. Era felice e lusingato nel condividere con lui la mia esperienza e nel fare da mentore a un così grande talento. Abbiamo discusso della sua carriera. Anton cercava sempre di analizzare a fondo il suo personaggio per direzionare la sua performance, ma era anche coraggioso. Gli ho consigliato di rallentare, di non accettare troppi progetti e di concentrarsi sulle cose che amava. Questa mattina ho compreso infine che i miei consigli erano inutili, perché stava già facendo le cose in modo giusto, e anche chi fosse davvero il mentore tra di noi».
Fonte: Indiewire
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