Nonostante l’epicità delle battaglie rappresentate nei film de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, uno degli eventi più brutali della Guerra dell’Anello è rimasto escluso dal grande schermo: un episodio violento e carico di conseguenze, raccontato da Tolkien nella sua leggendaria saga, che è stato appena sfiorato nella trilogia cinematografica, lasciando in qualche modo incompleto il quadro della devastazione che ha coinvolto la Terra di Mezzo.
Con gli adattamenti cinematografici, Peter Jackson ha scelto di concentrarsi principalmente sui conflitti che coinvolgono i protagonisti, come la Battaglia del Cancello Nero e quella dei Campi del Pelennor che, sebbene abbiano sicuramente definito la storyline principale della saga, non rendono giustizia alla vastità dell’universo creato da Tolkien. Quella dei romanzi, infatti, è una Terra di Mezzo in perenne tumulto, interessata da eventi drammatici che si svolgono contemporaneamente al viaggio della Compagnia dell’Anello. Tra questi, spicca la battaglia di Dale, che ha luogo nello stesso momento della Battaglia dei Campi del Pelennor.
Mentre Frodo e Sam affrontano la loro missione disperata verso il Monte Fato, e Aragorn guida le forze degli uomini, a nord, le truppe di Sauron si riversano su Erebor e Dale, costringendo nani e civili a resistere con disperata tenacia. Nel marzo del 3019 della Terza Era, gli Easterling attraversano il fiume Carnen e attaccano la città di Dale, coinvolgendo il re dei Nani, Dáin Piediferro, e re Brand di Dale in una feroce battaglia: nonostante il coraggio dei due sovrani, entrambi cadono, e gli Easterling prendono il controllo della città, costringendo i sopravvissuti a rifugiarsi nella fortezza di Erebor.
Questo assedio, durato dieci giorni, rappresenta uno degli episodi più drammatici della guerra. Bloccati sotto la Montagna Solitaria, senza rifornimenti e con poche speranze di vittoria, nani e uomini sembrano destinati alla sconfitta; tuttavia, la notizia della caduta di Sauron e della distruzione dell’Anello spezza il morale degli Easterling, dando ai difensori l’occasione che aspettavano. I superstiti, guidati dal figlio di Dáin, Thorin III Elminpietra, e dal figlio di Brand, Bard II, contrattaccano con ferocia, respingendo gli invasori fino alle terre di Rhûn.
Tolkien offre un’epica conclusione a questo episodio, quando Thorin e Bard inviano i loro emissari all’incoronazione di Aragorn, instaurando una duratura amicizia con il regno di Gondor. Questo passaggio, contenuto nelle Appendici de Il Ritorno del re, sottolinea quanto la guerra abbia coinvolto ogni angolo della Terra di Mezzo, e quanto rilevanti siano state anche le battaglie combattute lontano dai campi visibili a Frodo e compagnia.
L’assenza di questa battaglia nei film de Il Signore degli Anelli riduce indubbiamente la portata epica del conflitto globale che Tolkien ha descritto: non solo dà l’impressione di una guerra meno complessa e diffusa, ma tiene lontano il pubblico dal coraggio e dal sacrificio di altri popoli, come i nani e gli uomini di Dale, che hanno contribuito in modo significativo alla caduta di Sauron.
Anche i regni elfici non sono stati risparmiati: contemporaneamente agli eventi di Gondor e Rohan, le forze di Dol Guldur, sotto il controllo di Sauron, attaccano i reami di Lothlórien e il Reame Boscoso. Sebbene questi scontri siano brevemente menzionati nei film, Tolkien ci mostra come Galadriel, con l’aiuto dell’Anello di Nenya, respinga ripetuti assalti, mantenendo Lothlórien al sicuro, nonostante il grande pericolo.
Questi eventi, che si svolgono lontano dagli occhi degli spettatori, sono una testimonianza della vastità della Terra di Mezzo e della complessità della Guerra dell’Anello. Le battaglie omesse nei film offrono un quadro più completo di un conflitto che coinvolge tutte le razze e i regni liberi della Terra di Mezzo, e che non è stato vinto solo grazie agli sforzi della Compagnia dell’Anello, ma anche grazie al sacrificio di eroi sconosciuti che hanno combattuto altrettanto valorosamente.
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Fonte: CBR
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