Il Signore degli Anelli, il libro più importante della saga in realtà… non esiste!
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Il Signore degli Anelli, il libro più importante della saga in realtà… non esiste!

Scopriamo oggi una interessante curiosità sul mondo creato da J.R.R. Tolkien, ispirazione della trilogia di Peter Jackson, della saga di Lo Hobbit e della più recente serie targata Prime Video

Il Signore degli Anelli, il libro più importante della saga in realtà… non esiste!

Scopriamo oggi una interessante curiosità sul mondo creato da J.R.R. Tolkien, ispirazione della trilogia di Peter Jackson, della saga di Lo Hobbit e della più recente serie targata Prime Video

Il Signore degli Anelli

Non tutti sanno che nel complesso universo creato dal genio di J.R.R. Tolkien per Il Signore degli Anelli uno dei testi fondamentali del canone è in realtà semplicemente frutto dell’inarrestabile immaginazione e del lungo progetto di ricerca del suo autore. Prima che inspirasse la leggendaria trilogia di Peter Jackson, composta da Il Signore degli Anelli – La Compagnia dell’Anello (2001), Il Signore degli Anelli – Le Due Torri (2002) e Il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re (2003), il romanzo scritto da Tolkien tra il 1937 e il 1949, pubblicato per la prima volta due volumi tra il 1954 e il 1955 e quindi tradotto in trentotto lingue del mondo, aveva già infatti rivoluzionato per sempre il concept del Fantasy contemporaneo. E tra le molte intuizioni dello scrittore, professore e filologo esperto in lingua inglese antica, c’è stata anche quella di inventare un libro nel libro, un testo fondamentale trasmesso tra gli Hobbit generazione dopo generazione, come punto di riferimento fondamentale per la loro Storia, le loro avventure e tutte le battaglie che hanno saputo fronteggiare. E questo libro, naturalmente nella realtà non è mai esistito. Stiamo parlando di The Red Book of Westmarch, detto Il Libro Rosso Originale di Westmarch, Il Libro Rosso dei Confini Occidentali, Il Libro Rosso di Periannath o Il Libro del Conte o semplicemente il Libro Rosso.

Al netto dei molteplici nomi e titoli assunti nel tempo, nei differenti romanzi e nelle differenti fasi di una storia che si estende oggi dalla letteratura al cinema alla nuova serie tv targata Prime Video, il nostro Libro Rosso nella trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson appare fisicamente, o viene comunque evocato dai personaggi nelle più svariate occasioni. Si tratta infatti di un testo che originariamente era solo e semplicemente il diario di Bilbo Baggings. Il suo primo titolo (particolarmente amato dal suo autore Tolkien) era: Andata e Ritorno, le Vacanze di un Hobbit. Quindi, Bilbo scelse di allargare i confini del racconto, passando dalle sue avventure e le sue vicissitudini personali a un vero e proprio testo storico che includesse anche la descrizione dettagliata di tutti i fatti avvenuti nella Terra di Mezzo, perché potessero essere conosciuti anche dalle future generazioni degli Hobbit. Sarà lo stesso Bilbo a trascrivere le imprese compiute da suo nipote Frodo, il quale riceverà quindi la copia fisica del libro e l’importante incarico di portare avanti questa tradizione e proteggere questo oggetto dall’immenso valore. Successivamente, Frodo consegnerà il libro nella mani del suo fidato Samvise Gamgee, detto semplicemente Sam. Il nome Libro Rosso, quindi, deriva in parte dal colore della sua copertina in pelle e in parte dal colore tradizionalmente associato alla regione governata dalla famiglia di Sam.

Se pensiamo alla Storia della Letteratura l’intuizione di J.R.R. Tolkien rappresenta in realtà la revisione e la reinterpretazione moderna di una tecnica di narratologia che esiste dalla notte dei tempi, detta Pseudobiblion. Il termine latino deriva infatti dal greco antico e significa falso (pseudo) libro (biblio). Si tratta insomma di un libro immaginario, opera della sola fantasia dell’autore, i cui estratti vengono inseriti, trascritti e integrati all’interno del libro principale come se il testo fosse veramente esistito. Potremmo fare moltissimi esempi analoghi, ma basti pensare che il classico più amato della Letteratura Gotica, Dracula di Bram Stoker del 1897, in realtà è costruito secondo una moderna forma di romanzo epistolare, attraverso lettere, documenti, pagine di diario dei differenti personaggi (da Jonathan Harker a Mina e Van Helsing) e persino immaginari articoli di giornale, la cui compagine restituisce le vicende del Vampiro tra la Transilvania e l’Inghilterra come si trattasse di una vera e propria indagine di natura storica. La particolarità del lavoro di J.R.R. Tolkien ne Il Signore degli Anelli è naturalmente nella complessità non solo della trama, l’intreccio e tutta la serie di terre, popoli, specie e tradizioni secolari da lui create, ma nel fatto che anche il Libro Rosso contiene differenti lingue immaginarie, come l’Elfico, da lui integralmente immaginate. E se pensiamo alla trilogia cinematografica, il Libro Rosso si rivelerà proprio quell’oggetto altamente simbolico che connette i tre differenti film, la molteplicità delle avventure e i diversi piani del racconto, rappresentando quel fil rouge che lega indissolubilmente, per sempre le diverse generazioni degli Hobbit tra loro. 

E voi cosa ne pensate? Avete letto i testi originali che hanno ispirato la trilogia de Il Signore degli Anelli e la serie cinematografica Lo Hobbit? Diteci la vostra, come sempre, nei commenti.

Fonte: CBR

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