A più di vent’anni dalla conclusione della trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli il tanto dibattuto “problema delle aquile” continua ciclicamente a farsi largo tanto tra chi si è appena avvicinato al mondo fantastico nato dalla penna di J.R.R. Tolkien tanto tra alcune frange di fan.
Come sappiamo, le Grandi Aquile e in particolare il loro Signore, Gwaihir, hanno stretto un profondo legame con Gandalf, non esitando a trarlo in salvo dalla sua prigionia a sulla sommità Orthanc o ad accompagnarlo al salvataggio di Frodo e Sam intrappolati dall’eruzione del Monte Fato a missione ormai conclusa. Questo ha tuttavia fatto sorgere la questione del perché le Grandi Aquile non abbiamo portato fin da subito Frodo e l’Unico Anello direttamente alla fornace del Monte Fato.
In questo modo le Grandi Aquile avrebbero risparmiato agli hobbit tutti i patimenti del peregrinare insieme a Gollum, e in secondo luogo anche tutte le vicissitudini degli altri protagonisti alle quali abbiamo assistito nel corso dei film. Sebbene tale soluzione possa apparentemente avere una sua logicità, sussistono tuttavia vari fattori che l’avrebbero di fatto resa impraticabile, e che vanno ben oltre la mera sbrigatività.
Il piano stabilito durante il Consiglio di Elrond aveva stabilito la fondamentale importanza di portare a termina la missione viaggiando nella maniera più discreta e inosservata possibile in modo da non attirare le attenzioni di Sauron o dei Nazgul ossessivamente in cerca dell’Unico Anello. Il volo diretto verso Mordor di una formazione di Grandi Aquile avrebbe fatto completamente venire meno l’effetto sorpresa, permettendo a Sauron – il cui potere, ricordiamolo, si stava facendo sempre più forte – non solo di avvertire la prossimità dell’Unico Anello, ma anche di mandare sul campo i Nazgul guidati dal loro Signore, il Re Stregone di Angmar. Quest’ultimo, all’apice del suo potere e con la sua bestia volante avrebbe potuto facilmente sopraffare le Aquile.
Insomma, la missione richiedeva un’assoluta segretezza che le Grandi Aquile non avrebbero potuto garantire. In secondo luogo c’è inoltre da considerare l’influenza nefasta dell’Unico Anello, il quale avrebbe potuto corrompere le Aquile in breve tempo. Gandalf ha intuito fin da subito come gli hobbit rispetto a tutti gli altri esseri senzienti fossero molto meno suscettibili al potere dell’Anello, individuando poi in Frodo il suo custode ideale per tutta la durata della missione.
Inoltre, vale la pena notare che, proprio come gli Ent, le Grandi Aquile hanno sempre evitato di farsi direttamente trascinare in conflitti che non le vedevano coinvolte in primissima persona, essendo occupate nelle facendo della loro specie. A fare la differenza è stato tuttavia il legame creatosi nel tempo con Gandalf, il quale ogni volta che si è trovato nella condizione di dover chiedere aiuto a Gwaihir ed alle altre Aquile, ha sempre ottenuto un impegno immediato ed efficace.
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Fonte: ComicBook
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